venerdì 27 giugno 2008

Postulare un essere intelligente è una spiegazione?


Che cosa è una buona spiegazione per un fenomeno? Dipende dal contesto, da cosa sei disposto ad assumere. A volte una buona spiegazione per un fenomeno è quella che lo spiega in termini di intenzioni di esseri intelligenti. Ad esempio, l'economia è una scienza che spiega alcuni fenomeni (come l'inflazione, i salari, i tassi d'interesse, la disoccupazione) in termini dell'azione intenzionale di esseri umani; essa per scontato l'esistenza di esseri umani dotati di certe caratteristiche (come obiettivi, preferenza temporale, tendenza all'egoismo, avversione al rischio, utilità marginale decrescente, ecc.). Dà per scontato l'esistenza di intenzioni e spiega tutto il resto in termini di queste ultime. Perché questa è una buona spiegazione? Perché riduce un fenomeno complesso ad un fenomeno più semplice; così semplice che siamo disposti, in quel contesto, a darlo per scontato. Ad esempio, se spieghi che le leggi sul minimo salariale aumentano la disoccupazione, assumendo come ipotesi soltanto uomini razionali che seguono i propri obiettivi, quella è decisamente una buona spiegazione. Hai ridotto il fenomeno del salario a un fenomeno (il comportamento umano) che siamo disposti a dare per scontato, perché sappiamo bene che gli uomini si comportano tendenzialmente in un certo modo e non un altro. E' questo il motivo per cui le spiegazioni offerte dagli economisti sono buone spiegazioni (quando i comportamenti umani che postulano sono realistici).

Un altro esempio di buona spiegazione è quella che spiega l'esistenza di un orologio postulando l'esistenza di un orologiaio: un artefice intelligente, dotato di mente, che aveva l'intenzione di costruire l'orologio in quel modo, e che aveva progettato l'orologio, cioè anticipato nella propria mente le sue caratteristiche. Questa è una buona spiegazione perché, in questo contesto, siamo disposti a dare per scontato l'esistenza di un orologiaio dotato di mente, intenzioni, capacità di previsione.

Ma se il fenomeno da spiegare è proprio l'esistenza di esseri umani dotati di mente ed intenzioni, è chiaro che questo tipo di spiegazione non è più accettabile. In questo contesto non siamo più disposti a postulare l'esistenza di esseri con intenzioni e intelligenza. Se lo facessimo, il nostro ragionamento sarebbe circolare. (O quantomeno lo sarebbe se il livello di intelligenza e complessità dell'essere che postuliamo fosse pari a quello dell'essere che cerchiamo di spiegare.) E' chiaro quindi che in linea di principio l'unica spiegazione accettabile per l'esistenza di oggetti complicati, intelligenti, e dotati di intenzioni, come gli umani, è quella che li spiega in termini di oggetti meno intelligenti, meno dotati di intenzioni, arrivando alla fine ad oggetti privi di intelligenza e di intenzioni. (Abbiamo già visto che ogni buona teoria della mente deve spiegare l'intelligenza in termini di interazione tra automi meccanici privi di intelligenza.) Alla fine bisogna far vedere come un oggetto complesso può essere prodotto da meccanismi semplici, non dotati di mente, né di intenzioni, né di capacità di prevedere il futuro, o altre caratteristiche mentalistiche; meccanismi come ad esempio le leggi della fisica. Solo questa sarebbe una buona spiegazione per l'esistenza degli esseri umani. Al contrario, qualunque approccio di tipo "orologiaio", che spieghi la nostra esistenza in termini di un "creatore intelligente", è già in partenza una spiegazione cattiva. (Il che non significa che sia falsa; molta gente non capisce la differenza.) E' cattiva perché non soddisfa la condizione di base di una buona spiegazione: ridurre un fenomeno complesso ad un altro più semplice, così semplice che in quel contesto siamo disposti a darlo per scontato. (riduzionismo gerarchico.)

Un altro modo di dire la stessa cosa è che una cattiva spiegazione postula l'esistenza di cose troppo complesse per essere nate per caso. Cioè, assume cose troppo improbabili. Ad esempio, se l'economia spiegasse l'aumento della disoccupazione in termini di una combutta tra i lavoratori per confondere gli economisti, questa sarebbe una cattiva spiegazione, perché la probabilità che avvenga una simile cospirazione tra milioni di persone è troppo piccola (dato il resto di ciò che sappiamo sul mondo e la natura umana).

Riporto su questo argomento un brano di Dawkins, tratto da l'Orologiaio Cieco, che a suo tempo avevo saltato.
Un altro tipo di problema è in che modo quella cosa complicata abbia avuto origine. E' questo il problema alla cui soluzione è dedicato l'intero libro, cosicché non è il caso che io mi dilunghi su questo adesso. ... [Ricordo solo che definisco] una cosa "complicata" come una cosa così "improbabile" che non ci sentiamo inclini a darne per scontata l'esistenza. Essa non avrebbe potuto venire all'esistenza in conseguenza di un singolo evento causale. Noi spiegheremo il suo venire all'essere come una conseguenza di trasformazioni graduali, cumulative, passo-passo, a partire da cose più semplici, da oggetti primordiali abbastanza semplici da poter aver avuto origine per caso. Esattamente come il "riduzionismo a grandi passi" non è una buona spiegazione per un meccanismo, e dev'essere quindi sostituito da una serie di piccoli passi graduali da un livello all'altro di una gerarchia [di spiegazioni], così non possiamo spiegare una cosa complessa come se avesse avuto origine in un singolo passo. Dobbiamo di nuovo far ricorso a una serie di piccoli passi, questa volta disposti in sequenza nel tempo.

Nel suo libro, scritto splendidamente, "La creazione", il chimico e fisico di Oxford Peter Atkins [...] sostiene che l'evoluzione di cose complesse sia inevitabile una volta che si siano affermate le condizioni fisiche appropriate. Egli si chiede quali siano le minime condizioni fisiche necessarie, quale sia la quantità minima di lavoro che un Creatore pigro dovrebbe fare per essere certo che l'universo, e in seguito elefanti e altre cose complesse, venissero un giorno all'esistenza. La risposta, dal punto di vista dello scienziato fisico, è che il Creatore in questione potrebbe essere infinitamente pigro. Le unità fondamentali originarie che abbiamo bisogno di postulare per comprendere il venire all'esistenza di qualcosa, o consistono letteralmente in nulla (secondo alcuni fisici) o (secondo altri fisici) sono unità di una semplicità estrema, troppo semplici per aver bisogno di qualcosa come una Creazione deliberata.


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