domenica 14 febbraio 2010

L'ascesa della Cina e il declino degli Stati Uniti


Dopo una lunga pausa, dovuta al fatto che stavo producendo questo software, sono riuscito a trovare il tempo di tradurre un importante ed audace brano del libro "Crash Proof" di Peter Schiff, economista e gestore di fondi di investimento, uno dei pochi economisti che avevano denunciato la bolla immobiliare e predetto la recente depressione.

Le tesi più salienti del libro sono che: 1) nei prossimi anni il dollaro crollerà e lo yuan salirà; 2) il motivo per cui ciò avverrà è che il debito pubblico degli USA verso le altre nazioni, e in particolare verso la Cina, è così grande che gli USA non saranno mai in grado di ripagarlo, in quanto hanno perso le strutture produttive necessarie per farlo; 3) poco dopo il dollaro crollerà anche l'euro; 4) quando ciò avverrà, il potere d'acquisto dei cittadini statunitensi ed europei crollerà e quello dei cinesi salirà; i ruoli attuali si invertiranno: i cinesi cominceranno a consumare e noi occidentali a produrre; 5) i soli tra di noi a conservare il potere d'acquisto precedente saranno quelli che avranno investito in Asia e in particolare in Cina, Giappone, Hong Kong e Singapore. Morale: se dovete investire dei soldi, o se possedete già degli asset denominati in euro o dollari e non in yuan, è importante che leggiate questo libro.

Il brano su cui mi concentro oggi contiene un'analisi dell'economia cinese e risponde a due domande interessanti: i cinesi sono comunisti? C'è un nesso tra il boom economico e il fatto che la Cina non è una democrazia?

La parola a Peter Schiff.

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Una volta l’America inondava il mondo di beni a basso costo e di alta qualità. Oggi, per contro, l’America è un produttore ad alto costo e con una reputazione di bassa qualità. Ma ciò che è significativo è che, quando l’America era quella che produceva a prezzo minore, i salari che pagava erano i più alti del mondo.

Oggi si crede erroneamente che il fattore principale che permette ai produttori di fare prezzi bassi siano i bassi salari. La realtà è che ci sono fattori molto più importanti: il basso costo del capitale e l’assenza di tassazione e di regolamentazione di Stato. Quando gli americani risparmiavano molto ad avevamo una moneta sana, i tassi di interesse reali erano naturalmente molto bassi. Questo significava basso costo del capitale, il che a sua volta permetteva la superiore produttività dei lavoratori. [In altre parole, i lavoratori in America erano più produttivi dei lavoratori di altre nazioni perché potevano servirsi di una quantità maggiore di capitale; NdM]. Avendo tasse molto basse e regolamentazioni minime, i produttori americani potevano pagare i salari più alti del mondo pur essendo coloro che producevano a minor prezzo nel mondo.

Oggi, invece, i produttori ad alta qualità e basso prezzo si trovano tutti in Asia. Alcuni Paesi come la Cina hanno salari più bassi di quelli negli USA, mentre altri, come il Giappone, hanno salari più alti. Ma la vera differenza è che il costo del capitale è più basso a causa dei tassi di risparmio più alti, delle minori tasse, e della minore quantità di regolamenti. Sembra sorprendente, ma nella “Cina comunista” gli imprenditori hanno maggiore libertà di quanta ne abbiano in America. È molto più facile aprire un’impresa in Cina che in America.

Pensate a tutte le regolamentazioni a cui gli imprenditori americani devono sottostare. Come possiamo competere con quei Paesi che non impongono quelle vessazioni eccessive [che fanno salire i costi di produzione, NdM] ? C’è qualcuno che crede che gli USA sarebbero potuti diventare una grande potenza con tutte le leggi, regolamentazioni, e tasse che esistono oggi? Avremmo potuto davvero colonizzare il West se i treni a vagone avessero dovuto fare i conti con tutti i regolamenti che sono in vigore oggi, avessero dovuto trattenere le tasse, ed avessero dovuto tener traccia delle proprie spese per pagare le proprie tasse sul reddito?

Il vantaggio della Cina è che non è una democrazia

Qualcuno sosterrà che l’affidabilità economica della Cina è limitata perché non è una democrazia. Io sostengo il contrario, cioè che la Cina avrà tanto successo precisamente perché non è una democrazia.

Quello che è di vitale importanza per il successo economico non è il diritto di voto ma è la libertà economica, il che significa la protezione della proprietà privata, il Governo del Diritto [in inglese “Rule of Law”, a volte discutibilmente tradotto con “Stato di Diritto”, NDM], e la riduzione al minimo di tasse e regolamenti. Si potrebbe ragionevolmente sostenere che, quando c’è la libertà economica, le elezioni libere rivestono solo un’importanza secondaria, e che, quando non c’è libertà economica, poter votare non ha alcun valore. Scegliere tra due oppressori è come non avere alcuna scelta. Ricordate, l’Unione Sovietica aveva le elezioni e quasi tutti votavano (l’alternativa essendo un soggiorno in Siberia).

La parola democrazia oggigiorno viene usata in modo impreciso; è utile ricordare che una delle ragioni principali del successo economico dell’America nel suo primo periodo di esistenza fu che i nostri padri fondatori comprendevano la differenza tra la democrazia, che riconoscevano essere una forma di governo populista con implicazioni controproducenti per il capitalismo [Nota mia: la democrazia è un sistema in cui la gente, mediante il voto, decide come deve essere usata la roba altrui; cioè un sistema in cui tutti compiono atti invasivi su tutti, impunemente.], e il governo repubblicano, che enfatizzava il concetto di bilanciamento di poteri, ad esempio mediante il Collegio Elettorale e i termini senatoriali alternati [staggered senatorial terms], progettati per tenere a bada le malefiche forze della democrazia. James Madison, il padre della Costituzione, scrivendo nei Federalist Papers, disse “Le democrazie... sono sempre risultate incompatibili con la sicurezza personale o con i diritti di proprietà; e hanno avuto in generale una vita tanto breve quanto la loro fine è stata violenta.” Dopo che la Costituzione fu ratificata [e imposta con la forza ad una popolazione che non l’aveva mai liberamente sottoscritta, NdM], domandarono a Benjamin Franklin “Quale forma di governo ci avete dato, Mr Franklyn?” e la sua risposta fu: “Una repubblica, se riuscite a tenervela”. Forse, se fossimo riusciti a mantenerla tale, non avrei avuto bisogno di scrivere questo libro.

Per quelli di voi che credono erroneamente che, nella mente dei fondatori, gli Stati Uniti fossero una democrazia, basta che diate un’occhiata alla Costituzione: la parola democrazia non compare una sola volta. Anzi, l’articolo 4, sezione 3, dice “Gli Stati Uniti garantiranno ad ogni Stato dell’Unione una forma di governo repubblicana”. Se avete ancora dei dubbi, recitate il “Pledge of Allegiance” e fate attenzione alle parole.

Il nuovo allineamento economico

La verità è che negli USA la libertà economica, proprio come una moneta sana, è un ricordo lontano, così come le tasse basse, la poca regolamentazione, e gli alti tassi di risparmio. Il “vantaggio comparato” che avevamo una volta, che consisteva nella libertà e in un governo limitato, è svanito. Questi vantaggi ora prevalgono in Asia e, per questa ragione, l’Asia sta divenendo l’attore dominante dell’economia globale.

Proprio come gli Stati Uniti una volta presero il posto della Gran Bretagna come più grande economia mondiale, lo scettro economico sta per essere trasferito all’Est del mondo. Il Giappone e la Cina saranno i nuovi leader, e la Cina in particolare possiede il potenziale per emergere come l’economia dominante nel mondo.

Entrate in un negozio qualunque, o guardate dentro casa vostra. Praticamente tutto ciò che contengono è stato prodotto in Cina. E questo non è solo il risultato del basso costo del lavoro che c’è in Cina. Ci sono molte aree nel mondo in cui il costo del lavoro è molto minore che in Cina, ma che non esportano niente. La vera ragione del successo della Cina è la libertà economica.

La Cina è un paese comunista solo di nome. In un vero regime comunista le persone non sono produttive. Importavamo forse qualcosa dall'ex Unione Sovietica? Naturalmente no.

La Cina è destinata a prendere il posto del Giappone come il più grande Paese Creditore dell’America. Prendevamo forse in prestito dei soldi dall’Unione Sovietica? No. Anzi, eravamo noi a prestare loro soldi ogni anno. Non potevano permettersi neppure di acquistare il nostro grano, così che dovevamo far loro credito. La Cina, invece, il grano lo esporta.

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