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domenica 14 settembre 2008

Dieci obiezioni ad una società senza Stato (2)

Seconda e ultima parte della traduzione del discorso di Roderick Long. La prima parte è qui. (Aggiornamento. Ho aggiunto molte parti rispetto alla prima pubblicazione, ed ho riscritto alcuni pezzi il cui significato non era chiaro.)
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4. Ayn Rand: le agenzie di protezione private combatteranno

Questo è probabilmente l'argomento più popolare contro una società libertaria, sostenuto da Ayn Rand. Prendiamo il seguente scenario: io credo che tu abbia violato i miei diritti, e tu credi che non sia così. Io chiamo la mia agenzia di protezione e tu chiami la tua agenzia di protezione. Il caso vuole che i giudici delle rispettive agenzie di protezione non siano d'accordo su chi di noi ha torto. A questo punto, chiede Rand, perché le due agenzie non dovrebbero semplicemente combattere? Cosa garantisce che non combatteranno?

La risposta naturalmente è che niente garantisce che non combatteranno. Gli esseri umani hanno libero arbitrio. Possono fare qualunque pazzia. Potrebbero combattere. Allo stesso modo, George Bush potrebbe decidere di premere domani il pulsante della bomba nucleare. La gente può fare ogni genere di cosa.

Ma la domanda è: cosa è più probabile? Chi ha più probabilità di risolvere le proprie dispute mediante la violenza: un governo o un'agenzia di protezione privata? Beh, la differenza è che le agenzie di protezione private devono sopportare i costi delle proprie decisioni di andare in guerra. Andare in guerra è costoso. Se devi scegliere tra diventare cliente di due agenzie di protezione, e una delle due risolve le sue dispute con la violenza la maggior parte delle volte, e l'altra risolve le sue dispute con l'arbitrato la maggior parte delle volte, che cosa sceglierai? Certo potresti pensare: "voglio quella che risolve le dispute con la violenza. E' una figata". Ok, ma ti costerà di più. La domanda è: quanto fanatico sei? Certo, potresti essere così fanatico che accetterai di pagare una tariffa più alta. Ma molti altri clienti diranno "scelgo quell'agenzia che non mi fa pagare soldi extra per la violenza". [Quindi l'agenzia che usa la violenza non riuscirà a restare sul mercato, NdM]. Questo nella società anarchica. Invece i "clienti" dei governi sono costretti ad essere clienti di quei governi; non possono andare da un'altra parte. Vengono tassati comunque. Quindi, se un governo decide di andare in guerra, non deve temere che i suoi clienti passino ad un'altra agenzia di protezione. Quindi i governi possono scaricare sui cittadini i costi della guerra in modo molto più efficace di quanto possano farlo le agenzie di protezione.

[Quindi i governi faranno più guerre rispetto alle agenzie di protezione. Le agenzie di protezione tenderanno a risolvere le loro dispute in modo pacifico: se due agenzie si trovano in disaccordo come nell'esempio sopra, semplicemente delegheranno la decisione ad una terza parte scelta in anticipo. Cioè, risolveranno il problema con dei contratti preventivi di arbitrato. Vedi punto 10, più avanti. NdM]

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6. il diritto di proprietà non può emergere dal mercato

[Questo punto è meno interessante di quelli successivi; vi consiglio di saltarlo, NdM]

Un altro argomento popolare, usato spesso dai seguaci di Ayn Rand, è che gli scambi di mercato presuppongono l'esistenza di un diritto di proprietà. Io e te non possiamo scambiarci beni e servizi, o soldi e servizi, o cose del genere, se non c'è già in partenza una struttura stabile di diritti di proprietà che ci assicuri di quali proprietà abbiamo. Visto che il mercato, per poter funzionare, presuppone un diritto di proprietà preesistente, allora il diritto di proprietà stesso non può essere prodotto del mercato. Il diritto di proprietà deve emergere in qualche modo; non sanno bene da dove, ma dal mercato non può emergere (forse pensano che emerga da qualche robot infallibile o cose del genere).

Insomma loro ragionano così: a un certo momento non esiste questo diritto di proprietà, e non stanno avvenendo transazioni di mercato; tutti stanno aspettando che l'intera struttura legale sia in piedi. E poi, quando la struttura è completa, possiamo finalmente cominciare a fare scambi. Certamente è vero che non puoi avere mercati funzionanti senza un sistema legale funzionante. Ma non è che prima si costruisce il sistema legale, e poi, l'ultimo giorno, quando finalmente si finisce di mettere insieme il sistema legale, la gente comincia a fare scambi. Queste cose si evolvono insieme. Le istituzioni legali ed economiche nascono in parallelo, nello stesso posto e nello stesso tempo. Il sistema legale non è una cosa indipendente dall'attività che regolamenta. Dopo tutto il sistema legale, ripeto, non è un robot o un dio o qualcosa di separato da noi. L'esistenza di un sistema legale consiste nelle persone che vi obbediscono. Se tutti ignorassero il sistema legale, esso non avrebbe alcun potere. Quindi, se il sistema sopravvive, è solo perché le persone generalmente lo rispettano. Anche il sistema legale quindi dipende dal sostegno volontario.

Credo che una ragione per cui molte persone sono spaventate dall'anarchia è che pensano che sotto un governo ci sia una specie di garanzia, che in anarchia viene perduta. Che in qualche modo ci sia una struttura solida di fondo a cui possiamo sempre appigliarci nel caso peggiore, una struttura che invece non esiste in anarchia. Ma questa struttura solida di fondo è solo il prodotto di persone che interagiscono in base agli incentivi che hanno. Eppure, quando gli anarchici dicono che le persone in anarchia probabilmente avrebbero incentivi per fare questo o quello, le altre persone rispondono "Ma non è sufficiente! Non voglio che sia soltanto probabile che abbiano gli incentivi di fare questo. Voglio che il governo garantisca assolutamente che lo faranno!" . Ma il governo è fatto di persone. E a seconda di quale è la struttura costituzionale del governo, queste persone hanno probabilità di fare una cosa o un'altra. Non è possibile creare una costituzione che garantisca che le persone del governo si comportino in un modo preciso. Si può creare una costituzione in modo tale che abbiano più probabilità di fare questo e meno probabilità di fare quello. L'anarchia è solo un'estensione del concetto di "controlli e bilanciamenti"; è un sistema che fornisce più controlli e bilanciamenti tra i poteri rispetto a una Costituzione.

Per esempio, la gente dice "Che cosa garantisce che le diverse agenzie risolveranno le cose in un dato modo?" Beh, la Costituzione degli Stati Uniti non dice nulla su che cosa succede quando rami diversi del governo sono in disaccordo su come risolvere le cose. Non dice cosa succede se la corte suprema pensa che una cosa sia incostituzionale ed il Parlamento pensa che non lo sia, e vuole procedere comunque. Ad esempio è ben noto che la costituzione non dice che cosa succede se c'è una disputa tra gli Stati e il governo federale. Non è sempre esistito il sistema attuale, in cui se la corte suprema dichiara che una cosa è incostituzionale, poi il Parlamento e il presidente non cercano più di farlo (o cercano di farlo di meno). Ricordate, quando Andrew jackson era presidente: la corte suprema dichiarò che ciò che Jackson stava cercando di fare era incostituzionale. Lui rispose soltanto "beh, hanno preso la loro decisione, vediamo se riescono ad applicarla". La costituzione non dice se ciò che Jackson ha fatto era la cosa giusta. La soluzione che seguiamo oggi è quella che è emersa dalla consuetudine. Forse siete a favore, forse siete contro; in ogni caso questa soluzione non è stata mai codificata nella legge.

7. Il crimine organizzato prenderà il controllo

Una obiezione è che sotto l'anarchia il crimine organizzato assumerà il controllo. Beh, tutto può darsi. Ma è probabile? Il crimine organizzato ottiene il suo potere perché si specializza in cose che sono illegali; cose come la droga, la prostituzione eccetera. Negli anni in cui l'alcol era proibito, il crimine organizzato si specializzava nel traffico di alcol. Oggi, non sono tanto interessati al commercio di alcol. Quindi il potere del crimine organizzato dipende in gran parte dal potere del governo. E' una specie di parassita che vive delle attività del governo. Il governo crea i mercati neri vietando certe cose. ... Il crimine organizzato si specializza in questo. Quindi credo che il crimine organizzato sarebbe più debole, non più forte, in un sistema libertario.


[Nota di Maurizio: C'è un'obiezione simile che dice che un'agenzia di protezione si trasformerà in criminale ed assumerà il controllo. Un'agenzia di protezione prima o poi avrà più successo delle altre, e diverrà più grande e potente delle altre. A quel punto troverà conveniente diventare un'agenzia fuorilegge, cioè annientare le altre agenzie, e cominciare a esigere pagamenti obbligatori dalle persone. In questo modo, l'agenzia in questione diventerà a tutti gli effetti uno Stato.

Una risposta a questa obiezione è la seguente: c'è evidenza empirica che nel mercato dei servizi di protezione non esiste un "monopolio naturale". Cioè le agenzie piccole sono più efficienti di quelle grandi. Quindi in un sistema di mercato le agenzie piccole farebbero più soldi di quelle grandi. Quindi le agenzie resterebbero relativamente piccole. Quindi non raggiungerebbero mai la grandezza critica che renderebbe loro conveniente diventare fuorilegge. NdM.]


8. I ricchi comanderanno

Se trasformi i sistemi legali in un bene economico, la giustizia non si schiererà semplicemente dalla parte di chi offre di più? ... Ma sotto quale sistema i ricchi sono più potenti? Sotto il sistema attuale o sotto l'anarchia di mercato? Certamente, se sei ricco, in entrambi i sistemi hai molti vantaggi. È bello essere ricchi. Sei sempre in una posizione migliore per corrompere le persone con le tangenti. Ma, sotto il sistema attuale, il potere dei ricchi è moltiplicato. Supponi che io sia una persona ricca e malvagia, e che voglia convincere lo Stato a fare una certa cosa (o ad approvare una certa legge, NdM) che costa al Paese un milione di dollari. Devo forse corrompere qualche burocrate con una tangente di un milione di dollari? No. Perché non sto chiedendo al burocrate di fare quella cosa con i suoi soldi. Ovviamente, se gli stessi chiedendo di farlo con i suoi soldi, e volessi convincerlo a perdere un milione, non potrei offrire una tangente minore di un milione. Dovrei offrire almeno un milione e un centesimo. Ma i burocrati amministrano i soldi altrui; i soldi delle tasse, che non sono di loro proprietà. ... Quindi tutto ciò che devo fare è dare al burocrate una tangente piccola, diciamo mille dollari, e lui indirizzerà questo milione di dollari di tasse dei contribuenti verso il mio progetto preferito. Quindi il potere di corruzione dei miei soldi è moltiplicato.

Invece, se tu fossi un'agenzia di protezione privata, e io cercassi di farti fare qualcosa che costa un milione, dovrei darti una tangente di più di un milione. Quindi il potere dei ricchi è in realtà diminuito sotto l'anarchia di mercato.

E naturalmente, qualunque corte di giustizia privata che si facesse la reputazione di discriminare a favore dei milionari contro i poveri avrebbe presumibilmente anche la reputazione di discriminare a favore dei miliardari contro i milionari. Quindi i milionari non vorrebbero sempre avere a che fare con quest'agenzia. Vorrebbero avere a che fare con essa solo quando stanno trattando con persone più povere, non più ricche. Insomma, gli effetti di un simile comportamento sulla reputazione non sarebbero troppo popolari.

[Nota di Maurizio. In una società libertaria, le agenzie di arbitrato vivrebbero della propria reputazione; se un'agenzia emettesse una sentenza che fosse percepita come ingiusta dalla popolazione, quell'agenzia perderebbe moltissimi clienti, finendo probabilmente per fallire. Quindi, per corrompere un'agenzia privata, dovresti offrire più del suo valore di mercato. Questa è una cifra molto superiore a quella che devi offrire per corrompere un giudice oggi. Quindi le agenzie sarebbero più imparziali e più difficili da corrompere rispetto ai giudici attuali. NdM]

Per chi si preoccupa delle vittime povere che non possono permettersi i servizi legali ... si può fare ciò che facevano nell'Islanda medioevale: se qualcuno ti ha danneggiato, ricevi un titolo che ti dà il diritto di riscuotere con la forza un certo risarcimento da quella persona. Se sei troppo povero per pagare un'agenzia che riscuota materialmente questo risarcimento, puoi comunque vendere questo titolo (o parte del titolo) a qualcun altro. E' come quando assumiamo un avvocato con la modalità di pagamento "quota lite" ["contingency fee"]: gli promettiamo una parte dei guadagni in caso di vittoria [cioè di fatto vendiamo all'avvocato una parte del diritto al risarcimento, NdM].

Insomma, tu povero puoi vendere il diritto al risarcimento a qualcuno che sia nella posizione di riscuotere quei soldi e di applicare la legge. [Quindi il colpevole pagherà. E pagherà una quantità pari al danno causato. Questo preserva la funzione deterrente della pena. NdM]

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9. Robert Bidinotto: le masse vorranno leggi cattive

Un'altra preoccupazione di Bidinotto (che in certo senso è l'esatto contrario della preoccupazione che i ricchi governeranno) è questa:

"Come dice Mises, il mercato è come una grande democrazia, dove c'è la sovranità dei consumatori, e la massa ottiene qualunque cosa vuole. [Quindi l'anarchia di mercato si potrebbe anche chiamare "democrazia di mercato", NdM.] Questa è una bella cosa quando si tratta di frigoriferi e automobili e cose del genere. Ma sicuramente non è una bella cosa quando si tratta delle leggi. Perché dopo tutto le masse sono un mucchio di sciocchi ignoranti e intolleranti; se possono ottenere qualunque legge vogliano, chissà quali orribili cose potranno fare."

Ma c'è una differenza tra la democrazia economica di Mises e la democrazia politica: nella democrazia economica , è vero che la gente ottiene ciò che vuole, ma stavolta deve pagare per averlo. Ora, è perfettamente vero che, se certe persone sono abbastanza fanatiche e vogliono fortemente imporre ad altre persone delle cose perverse, e se hai un gruppo di persone abbastanza grande e abbastanza fanatico che vuole far ciò, allora l'anarchia potrebbe non condurre a un risultato libertario.

In California, abbiamo abbastanza persone che sono completamente fanatiche sul vietare il fumo. In Alabama, vogliono bandire l'omosessualità anziché il fumo. (E nessuno dei due vorrebbe bandire l'altro, credo) ... In questo caso potrebbe succedere effettivamente che, nella democrazia economica, le persone siano così fanatiche da vietare la cosa in questione. Ma ricordate che dovranno pagare per questo. Quindi, quando a fine mese ti arriva a casa la bolletta da pagare, ci sarà scritto questo: "Ecco la quota da pagare per il servizio di base (proteggerti dall'aggressione). Ah, e poi, naturalmente, c'è la tariffa aggiuntiva per quell'altra cosetta (sbirciare nella finestra del tuo vicino per assicurarsi che non stia fumando tabacco, o praticando omosessualità, o qualunque altra cosa).

A questo punto le persone veramente fanatiche diranno "Sì, mi sta bene pagare soldi extra per questo servizio". Ma, se non sono così fanatiche, diranno "Beh, se tutto ciò che devo fare è entrare in una cabina elettorale e votare per queste leggi che restringono la libertà degli altri, allora lo faccio volentieri; andare a votare non mi costa niente." Ma se devono veramente pagare per queste leggi, diranno "Ehm, forse, dopo tutto, posso chiudere un occhio... Forse posso farmi i cavoli miei."




10. Robert Nozick e Tyler Cowen: le agenzie di protezione diventeranno un governo di fatto

Quest'ultima domanda fu sollevata in origine dal filosofo Robert Nozick e fu elaborata ulteriormente dall'economista Tyler Cowen. Nozick disse: supponi che ci sia l'anarchia. [Io e te abbiamo una disputa, e siamo clienti di due agenzie diverse. I giudici delle rispettive agenzie sono in disaccordo su chi di noi due ha ragione.] In questo caso, succederà una di queste due cose: o le agenzie di protezione combatteranno (ma abbiamo già discusso questa eventualità) oppure si accorderanno stipulando in anticipo dei contratti mutui di arbitrato. [Cioè, le agenzie stipulano a due a due un contratto che dice "Se in futuro io e te ci troveremo in disaccordo, delegheremo l'agenzia Tizio a decidere chi di noi due ha ragione". Attenzione: Tizio non è sempre la stessa agenzia: ogni coppia di agenzie può scegliere un'agenzia diversa come arbitro. NdM.]

Che succede in quest'ultimo caso, in cui le agenzie si impegnano in anticipo a risolvere le loro dispute con contratti vicendevoli di arbitrato? Beh, in questo caso, secondo Nozick, le agenzie in questione diventano un governo. E si tornerebbe di nuovo allo Stato.

[Una risposta sbrigativa è che queste agenzie non sarebbero davvero un governo, perché (1) non pretenderebbero pagamenti forzosi: il cittadino sarebbe libero di non pagare e non usufruire dei loro servizi; e (2) il cittadino sarebbe libero di fondare agenzie concorrenti. Per risposte più approfondite, vedi anche Rothbard (Nell'appendice di "Ethics of Liberty") e David Friedman. NdM]

Poi Cowen spinge questo argomento oltre. Dice che ciò che succede è che le agenzie, facendo simili accordi, creano un cartello, e sarà nell'interesse di questo cartello trasformarsi a sua volta in un governo. Se nasce una nuova agenzia a fare concorrenza al cartello, il cartello può semplicemente boicottarla.

Proprio come, se tu produci un nuovo Bancomat, è nel tuo interesse che questo Bancomat sia compatibile con le macchine esistenti, così, se tu fondi una nuova agenzia di protezione, è nel tuo interesse diventare parte del sistema di contratti di arbitrato che viene già osservato dalle agenzie esistenti. I clienti non verranno da te se scoprono che tu non hai stretto alcun accordo con le altre agenzie circa cosa deve accadere se un giorno ti troverai in conflitto con queste altre agenzie. Ma in questo caso il cartello sarà in grado di tenere ogni nuova agenzia fuori dal mercato, semplicemente rifiutandosi di fare accordi con essa (boicottaggio).

[Qui trovate la risposta di David Friedman a Tyler Cowen. Un'altra risposta importante è quella di Caplan e Stringham (qui). Una risposta più sbrigativa è simile a quella che ho dato in precedenza, e cioè: affinché un cartello possa formarsi e resistere nel tempo, deve esistere in quel mercato un monopolio naturale. Ma questa condizione non sembra valere nel mercato dei servizi di protezione. Quindi le agenzie non diventerebbero così grandi (e così poche) da poter formare un cartello. NdM.]

Potrebbe succedere una cosa del genere? Certo. Potrebbe anche succedere che metà delle persone degli Stati Uniti domani si suicidino in massa. Ma la domanda è: è probabile che questo cartello riesca ad abusare del suo potere in questo modo? Il problema è che i cartelli sono instabili per le solite ragioni. Questo non significa che è impossibile che un cartello abbia successo. Dopo tutto le persone hanno libero arbitrio. Ma è improbabile, perché gli stessi incentivi che portano a formare il cartello ti portano anche a cercare di imbrogliarlo -- perché è sempre nell'interesse di chiunque si trovi dentro il cartello fare accordi con chi sta fuori.

L'economista Bryan Caplan distingue tra boicottaggi auto-alimentanti e boicottaggi non-auto-alimentanti. I boicottaggi auto-alimentanti sono quelli dove il boicottaggio è stabile, perché è un boicottaggio contro, ad esempio, un uomo d'affari che imbroglia i suoi partner di affari. Ora, è chiaro che non devi avere una volontà morale di ferro per evitare di fare affari con le persone che imbrogliano i partner di affari. Hai degli interessi personali per non fare affari con queste persone.

Ma pensate alla decisione di rinunciare a uno scambio vantaggioso con qualcuno perché non vi piace la sua religione o qualcosa del genere; oppure perché costui è membro di un'agenzia di protezione che non ti piace; o perché gli altri membri nel cartello di boicottaggio ti hanno detto di non trattare con lui. Beh, questo boicottaggio potrebbe funzionare. Forse abbastanza persone (e forse tutti) nel cartello sono così decise a mantenere in vita il cartello, e semplicemente decideranno di non avere rapporti con quella persona. È possibile? Sì. Ma se assumiamo che abbiano formato il cartello di boicottaggio per interesse economico personale, allora l'interesse economico personale è esattamente quello che porterà alla sua distruzione, perché è nell'interesse individuale di ciascun membro del cartello avere rapporti con questa persona. [sebbene l'interesse del gruppo sia differente. Questa situazione si chiama "dilemma del prigioniero", NdM].

Question time.

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Perché non esiste alcun paese industrializzato che abbia l'anarchia di mercato?

Risposta: non vediamo neppure paesi industrializzati che abbiano la monarchia. D'altra parte non è da molto tempo che esistono paesi industrializzati . C'è stato un tempo in cui si diceva "ogni paese civile è una monarchia". Possiamo trovare gente del diciassettesimo e diciottesimo secolo che diceva: "guarda, tutti i paesi civili sono monarchie; la democrazia non funzionerebbe mai.". E quando dicevano che la democrazia non avrebbe funzionato, non intendevano dire soltanto che avrebbe avuto tutti questi risultati negativi di lungo termine; intendevano che sarebbe completamente degenerata nel caos nell'arco di pochi mesi. Qualunque cosa voi pensiate della democrazia, si è rivelata più attuabile di quanto avevano predetto. O comunque, è durata di più.

Quindi, le cose sono un divenire. C'è stato un tempo in cui erano tutte monarchie. Ora sono democrazie semi-oligarchiche. La notte è ancora giovane.

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martedì 16 ottobre 2007

L'inganno delle pensioni pubbliche

(Post riscritto)

Milton Friedman in un'intervista:
Fatemi dare un semplice esempio della disonestà del sistema pensionistico pubblico. Il sistema pensionistico è una tassa, come sapete. Quella tassa è divisa in due parti: una parte pagata in teoria dal datore di lavoro, e una parte pagata dal dipendente. Ora, l'economia ci insegna che non c'è alcuna distinzione tra le due parti. Anche la prima parte è pagata, in realtà, dal dipendente. Ma quando il sistema pensionistico viene propagandato, il governo fa sempre finta che il lavoratore paghi solo la seconda parte. Circa 3 anni fa sono riuscito a far ammettere in pubblico a Robert Colin, segretario dell HEW [una specie di INPS americana, NdM], che anche la parte pagata dal datore di lavoro è in realtà a carico del lavoratore dipendente. Ora, Robert Colin è un uomo d'onore. Eppure gli uomini d'onore, quando assumono posizioni di potere, sono capaci di ingannare i cittadini in questo modo.

Ma perché anche la parte del datore di lavoro è pagata dal lavoratore?

Perché il suo salario è minore di quello che sarebbe stato. Infatti, supponiamo che tu sia il datore di lavoro. Quanto ti costa quel dipendente? Ti costa quello che gli paghi come salario, più la parte che paghi come tassa allo Stato. A te datore di lavoro, non può fregare di meno se spendi 150 dollari di cui 20 vanno in tasse e 130 in salario, o se tutti e 150 vanno in tasse, o se tutti e 150 vanno in salario. Non fa differenza per te.


Insomma, i contributi pensionistici sono interamente pagati dal dipendente. Se lo Stato non glieli sottraesse, quei soldi finirebbero tutti in mano al dipendente. Il quale potrebbe allora scegliere di farsi un'assicurazione privata. Oppure scegliere di continuare ad affidare i suoi contributi allo Stato.

La propaganda per le pensioni pubbliche vuole dare la falsa impressione che il dipendente non potrebbe farsi un'assicurazione privata. Vuole far credere al dipendente che una parte dei suoi contributi siano pagati dalle imprese, e che lui da solo non potrebbe provvedere alla propria pensione. Invece non è così: anche oggi, il dipendente provvede interamente da solo alla propria pensione.

Quindi questo è un inganno attuato dal governo. In realtà gli unici a guadagnare dall'attuale sistema pensionistico pubblico sono i burocrati, che sottraggono la loro parcella dai soldi che prendono ai lavoratori. E' nell'interesse dei burocrati mantenere l'attuale sistema, e per questo ingannano i cittadini, facendo loro credere che il sistema pensionistico pubblico sia nel loro interesse.

domenica 14 ottobre 2007

L'evasione fiscale è un falso problema

Se i professionisti evadono le tasse, in realtà questo non è un problema per nessuno. Prendiamo ad esempio gli idraulici (ma potremmo prendere i medici, gli elettricisti, gli avvocati, gli insegnanti o qualunque altra professione). Supponiamo che gli idraulici, per qualche motivo, abbiano l'opportunità di evadere le tasse molto più facilmente degli altri cittadini. Non dovendo pagare le tasse, agli idraulici resteranno più soldi da spendere per sé. Avranno quindi un tenore di vita migliore rispetto a quelli che pagano le tasse. Usufruiranno di servizi pubblici senza pagarli. Potranno permettersi servizi privati che altrimenti non avrebbero potuto permettersi. Tutto questo renderà più appetibile il mestiere di idraulico rispetto ad altri mestieri. Per i giovani diverrà più conveniente diventare idraulici anziché qualcos'altro. Quindi più persone decideranno di diventare idraulici. Il numero di idraulici salirà. Ma, man mano che il numero di idraulici sale, per ciascun idraulico diverrà sempre più difficile trovare clienti, perché la concorrenza è maggiore. Per poter trovare clienti, gli idraulici dovranno abbassare i prezzi. Quindi guadagneranno meno. Insomma, ad un vantaggio iniziale (il non dover pagare le tasse) si è associato uno svantaggio (il minore guadagno). E lo svantaggio cresce sempre più, man mano che aumenta la percentuale di idraulici nella popolazione.

Quando gli svantaggi cominceranno a superare i vantaggi, il numero di idraulici smetterà di crescere. Il tutto si assesterà quindi in uno stato di equilibrio, in cui gli svantaggi (dati dalla diminuzione dei guadagni) compenseranno esattamente i vantaggi (dati dal non dover pagare le tasse).

In generale, in un mercato in cui l'accesso alle professioni è libero, possiamo dare qualunque vantaggio a una certa classe di lavoratori, e il mercato creerà automaticamente degli svantaggi che compenseranno esattamente quei vantaggi.

mercoledì 19 settembre 2007

Soldi ai cittadini, non agli enti

Non posso non notare che ci sono grossi fraintendimenti sul pensiero liberale (o "liberista", come si dice a volte, quasi che le libertà economiche meritassero un nome a parte).

Uno di questi fraintendimenti è che il liberale non abbia a cuore gli interessi dei poveri e dei deboli. Un altro è che il liberale ritenga che per fare il bene dei poveri e dei deboli sia sufficiente lasciare tutti gli uomini liberi di perseguire i loro interessi egoistici. Un terzo fraintendimento è che il liberale sia contro ogni forma di redistribuzione del reddito.

Niente di tutto questo è vero.

Il liberale, come tutti, ha come scopo la minimizzazione della sofferenza e la massimizzazione della felicità umana su questo mondo. Meglio metterlo in chiaro da subito.

Ciò detto, il liberale vuole semplicemente che i soldi vadano direttamente ai cittadini, anziché agli enti. Per il liberale, i cittadini dovrebbero ricevere degli assegni dallo Stato, o dei buoni, e allo stesso tempo lo Stato non dovrebbe poter finanziare direttamente gli enti, pubblici o privati. In particolare non dovrebbe esserci alcun flusso di denaro dallo Stato alle:
  • scuole (pubbliche e private);
  • ospedali (pubblici e privati);
  • fondi pensione;
  • università;
  • partiti politici;
  • imprese (pubbliche e private);
  • confessioni religiose;
  • uffici pubblici;
  • tv, giornali;
eccetera. Il liberale vuole troncare (con poche eccezioni che vedremo) ogni flusso di denaro dallo Stato a questi enti, sostituendolo con un flusso di denaro diretto dallo Stato ai cittadini. Saranno poi i cittadini a mettere i soldi dove credono. Per intenderci con massima chiarezza:
  • anziché finanziare direttamente le scuole, lo Stato ti dà i soldi per iscrivere tuo figlio ad una scuola privata di tua scelta.

  • anziché finanziare gli ospedali, lo Stato ti dà i soldi per un'assicurazione che coprirà le cure. Sarai tu a scegliere la struttura privata in cui curarti.

  • Anziché darti una pensione, lo Stato ti dà i soldi per un'assicurazione privata.


e così via.

Queste innovazioni restituirebbero ai cittadini la libertà di scelta, libertà che oggi non hanno (ad eccezione dei più ricchi). E questa maggiore libertà non avverrebbe alle spese dell'equità o della redistribuzione: come abbiamo visto, la redistribuzione continuerebbe ad esistere. Ciò che terminerebbe, o diminuirebbe enormemente, è il potere dei politici, e dei burocrati, di spendere denaro non loro. Di conseguenza, diminuirebbero drasticamente le inefficienze, la partitocrazia, i clientelismi, la corruzione, la burocrazia, ecc.

Questi fenomeni catastrofici nascono dal fatto che gli esseri umani, nella speranza di risolvere dei problemi reali, hanno creato il cosiddetto "stato sociale", cioè hanno conferito a dei burocrati il potere di prendere decisioni al posto loro. In questo modo hanno creato dei centri di potere che fanno invariabilmente l'interesse dei più forti, non dei più deboli. Questi centri di potere fungono inoltre da "colli di bottiglia" decisionali che riducono la produttività, danneggiando soprattutto i più deboli. In definitiva, lo stato sociale, nel senso definito sopra, si è rivelato un mezzo cattivo per raggiungere un fine buono. Non ha risolto i problemi originali, ma li ha accentuati, e ne ha creati di nuovi, più gravi. Le condizioni dei più poveri e dei più deboli sono oggi peggiori di come sarebbero senza lo stato sociale. (Mentre sono migliori che in passato, ma ciò non è dovuto allo stato sociale, ma soltanto al progresso tecnologico, come vedremo. Lo stato sociale ha agito contro questo miglioramento.).

Intendo inaugurare una serie di post per argomentare tutto ciò. Se queste idee innovative non trovano spazio in un blog illuminista, allora dove? :)

mercoledì 12 settembre 2007

Con Grillo e Travaglio la democrazia trema

(Nota: questo articolo non rispecchia più le mie opinioni. Non sono più un sostenitore della democrazia. 30 gennaio 2008.)

Beppe Grillo e Marco Travaglio si fanno sostenitori di idee che non esito a definire pericolose e sovversive della democrazia.

Essi sostengono, ripetutamente e più o meno esplicitamente, che gli inquisiti non dovrebbero potersi candidare in Parlamento. Citando ad esempio questo articolo di Travaglio:
È antipolitica difendere la dignità del Parlamento infangata dalla presenza di 24 pregiudicati e un’ottantina di indagati, imputati, condannati provvisori e prescritti?
Ma Travaglio dimentica che, se ci fosse una legge che vietasse la candidatura agli indagati, la Procura della Repubblica avrebbe di fatto il potere di decidere chi può essere eletto e chi no. Se un magistrato volesse impedire a qualcuno di candidarsi, ad esempio perché non ne condivide le idee politiche, gli basterebbe spiccare un avviso di garanzia. Insomma, l'Italia diventerebbe una dittatura indiretta della magistratura. Una cosa del genere oggi esiste forse solo in Iran, in cui un comitato decide chi si può candidare e chi no. (E il fatto che i processi in Italia durino così a lungo rende la cosa solo un po' più grave.)

Anche Fausto Bertinotti, terza carica dello Stato, auspica questo tipo di legge in una intervista di oggi su La Repubblica.

Poi c'è l'altra idea: l'idea che i condannati in via definitiva non debbano poter essere eletti in parlamento. Avete capito bene: non importa se ho scontato la mia pena, non potrò mai essere eletto. Questo va, ovviamente, contro il principio della funzione riabilitativa della pena, che è a fondamento dello Stato di Diritto.

Questo non significa che il problema dell'onestà dei parlamentari, denunciato da Grillo e Travaglio, sia un falso problema. E' un problema reale. Ma questo problema non si risolve aumentando il potere di alcuni funzionari di Stato (i magistrati) a scapito del potere di altri funzionari (i parlamentari). Questo sposterebbe soltanto il centro della corruzione da una parte all'altra. Non è poi così difficile da immaginare.

L'unica soluzione è diminuire il potere complessivo dello Stato. Cominciamo col diminuire il potere dei politici di gestire i nostri soldi: dopo tutto, è proprio su questo che si fonda il loro potere. Il motivo per cui la politica oggi attrae così tante persone disoneste è che i politici hanno un enorme potere economico -- il potere di gestire denaro non loro. Se i politici non avessero più il potere di decidere come vanno spesi i soldi delle tasse (quanto va a Tizio e quanto a Caio, quanto alle scuole pubbliche e quanto agli ospedali, quanto ai partiti e quanto al Vaticano, quanto alle pensioni e quanto ad Alitalia...) la loro corruzione sarebbe praticamente azzerata. Le decisioni economiche dovrebbero essere delegate, quanto più possibile, a privati che rischiano in prima persona il proprio capitale.

L'unico modo di risolvere il problema della corruzione è diminuire il potere dei politici di influenzare -- in bene ed in male -- le nostre vite.