Se i professionisti evadono le tasse, in realtà questo non è un problema per nessuno. Prendiamo ad esempio gli idraulici (ma potremmo prendere i medici, gli elettricisti, gli avvocati, gli insegnanti o qualunque altra professione). Supponiamo che gli idraulici, per qualche motivo, abbiano l'opportunità di evadere le tasse molto più facilmente degli altri cittadini. Non dovendo pagare le tasse, agli idraulici resteranno più soldi da spendere per sé. Avranno quindi un tenore di vita migliore rispetto a quelli che pagano le tasse. Usufruiranno di servizi pubblici senza pagarli. Potranno permettersi servizi privati che altrimenti non avrebbero potuto permettersi. Tutto questo renderà più appetibile il mestiere di idraulico rispetto ad altri mestieri. Per i giovani diverrà più conveniente diventare idraulici anziché qualcos'altro. Quindi più persone decideranno di diventare idraulici. Il numero di idraulici salirà. Ma, man mano che il numero di idraulici sale, per ciascun idraulico diverrà sempre più difficile trovare clienti, perché la concorrenza è maggiore. Per poter trovare clienti, gli idraulici dovranno abbassare i prezzi. Quindi guadagneranno meno. Insomma, ad un vantaggio iniziale (il non dover pagare le tasse) si è associato uno svantaggio (il minore guadagno). E lo svantaggio cresce sempre più, man mano che aumenta la percentuale di idraulici nella popolazione.
Quando gli svantaggi cominceranno a superare i vantaggi, il numero di idraulici smetterà di crescere. Il tutto si assesterà quindi in uno stato di equilibrio, in cui gli svantaggi (dati dalla diminuzione dei guadagni) compenseranno esattamente i vantaggi (dati dal non dover pagare le tasse).
In generale, in un mercato in cui l'accesso alle professioni è libero, possiamo dare qualunque vantaggio a una certa classe di lavoratori, e il mercato creerà automaticamente degli svantaggi che compenseranno esattamente quei vantaggi.
domenica 14 ottobre 2007
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