Continuiamo la sequenza di quiz sull'economia, perché mi sembra divertente (e utile).
Quando un'azienda italiana è in difficoltà, è comune che lo Stato cerchi di aiutarla per proteggere i posti di lavoro di quelle persone. L'aiuto prende tipicamente la forma di sussidi oppure di dazi. Questo si chiama protezionismo.
Scopo di questo post è far vedere che questa pratica, in entrambe le forme, è controproducente. Il protezionismo aiuta sì quei lavoratori, ma alle spese di altri lavoratori. Per ogni posto di lavoro che lo Stato salva, ce n'è almeno uno che distrugge da qualche altra parte. Ed inoltre il paese si impoverisce, per motivi che vedremo.
Cominciamo con una osservazione elementare. Quando è che una comunità (una famiglia, una azienda, un condominio, ecc) diventa più ricca? Risposta: quando in quella comunità entra di più di ciò che esce. Quando è che una comunità diventa più povera? Quando ciò che esce vale di più di ciò che entra.
Ad esempio, prendiamo una compagnia che produce automobili. Se la compagnia ha speso 1000 dollari per costruire l'automobile, e vende l'automobile a 800 dollari, la compagnia diventa più povera.
Tutto questo è ovvio. Ebbene, lo stesso vale per un Paese. Un Paese si arricchisce quando le cose che entrano valgono di più di quelle che escono. Se invece le cose che escono valgono di più di quelle che entrano, il Paese si sta impoverendo.
Quindi, l'ideale per un paese sarebbe importare tanto ed esportare il meno possibile. (Molte persone credono il contrario. Credono che la ricchezza di un paese si giudichi dalla quantità di export. Non è vero. L'export è solo il prezzo che noi paghiamo per avere l'import. E' una cosa di cui faremmo volentieri a meno, perché stiamo dando via qualcosa.)
Comunque, la cosa da tenere a mente è questa: se dal Paese esce un'automobile la cui produzione è costata 1000 dollari, e nel Paese entrano solo 900 dollari, il Paese si è impoverito.
Cosa c'entra tutto questo col protezionismo? Tra poco sarà chiaro.
Supponiamo ci sia una compagnia italiana in difficoltà, diciamo la Fiat. Essa non riesce a competere con le compagnie straniere, e sta per fallire. Chiede aiuto allo Stato, minacciando di licenziare i suoi lavoratori. Lo Stato, per proteggere il posto di lavoro di quelle persone, decide di aiutare l'azienda a sopravvivere. Ci sono due modi per lo Stato di attuare questa protezione:
1. dare alla Fiat dei sussidi, presi dalle tasse dei contribuenti, grazie ai quali la Fiat potrà abbassare i prezzi e restare competitiva;
2. mettere dei dazi sulle importazioni di automobili straniere; questo alzerà i prezzi delle auto straniere per chi compra dall'Italia, rendendo la Fiat di nuovo competitiva.
Vi anticipo che i due sistemi, dazi e sussidi, sono equivalenti. Comunque analizziamoli uno per uno. Esaminiamo prima il primo sistema, quello dei sussidi.
1. Sussidi di stato
I sussidi permettono effettivamente alla Fiat di abbassare i prezzi e tornare competitiva con le compagnie straniere. Inoltre salvano i posti di lavoro degli operai Fiat. Sembra che tutti ne traggano un guadagno. Allora perché mai questa pratica dovrebbe essere dannosa per il Paese?
La ragione è la seguente. Ricordate che siamo sotto l'ipotesi che, senza sussidi, la Fiat non riesce a competere con gli avversari. Cioè, non riesce ad abbassare i prezzi più di tanto. E perché non riesce ad abbassarli? Perché, se li abbassasse ancora, non recupererebbe le spese di produzione. Se li abbassasse ancora, finirebbe per vendere automobili a meno di quello che ha speso per produrle. E questo la Fiat non lo può fare.
Ora chiediamoci: che cosa sta facendo lo Stato per mezzo dei sussidi? Lo Stato, grazie ai sussidi, sta permettendo alla Fiat di fare dei prezzi che altrimenti non potrebbe fare. Cioè di vendere un'automobile a un prezzo minore di ciò che è costato produrla. Cioè, sta consentendo a quella compagnia di vendere sottocosto.
Dal punto di vista del paese, cosa significa questo? Significa che il paese sta vendendo in perdita agli stranieri. Lo Stato sta tassando i suoi cittadini per permettere alla Fiat di vendere sottocosto agli stranieri. Ed è proprio questo il motivo per cui il paese si impoverisce. Ciò che esce dal paese è maggiore di ciò che entra. Il paese sta vendendo automobili agli stranieri a un prezzo minore di quello che è costato produrle. Stiamo vendendo a 800 quello che ci è costato 1000. Stiamo quindi facendo un regalo ad altri paesi. Per ogni automobile che vendiamo, diventiamo un po' più poveri.
Considerazione. Notate che, mentre il Paese si impoverisce, la Fiat si arricchisce. Infatti, la Fiat non sta vendendo in perdita, perché i sussidi ricevuti dallo Stato trasformano il suo passivo in un attivo, e fanno sì che al netto la Fiat abbia un guadagno. Ma è il paese che sta vendendo in perdita (perché ciò che esce è costato di più di ciò che entra). Quindi la Fiat si arricchisce alle spese di tutti gli altri cittadini. Questo è solo uno dei tanti casi in cui lo Stato dice di fare il bene della comunità, ma finisce per promuovere soltanto interessi particolari. Tutti i politici che dicono di voler proteggere i posti di lavoro sono in realtà politici ignoranti o corrotti: fanno gli interessi di gruppi particolari, alle spese del paese.
Obiezione. L'obiezione classica è che è vero che il Paese è più povero, ma ha comunque un guadagno di altro tipo: ha guadagnato in "posti di lavoro". Dopo tutto, senza i sussidi la Fiat avrebbe chiuso, e quegli operai sarebbero finiti in mezzo alla strada! Invece così lavorano più persone. Quindi non importa se lo stato è più povero, perché la ricchezza è distribuita meglio. E' vero questo?
Purtroppo no. E' una fallacia. Non è vero che lavorano più persone. In realtà, per ogni posto di lavoro salvato nella Fiat, ce n'è un altro distrutto da qualche altra parte. Riuscite a vedere perché? La soluzione nel prossimo episodio. (Suggerimento: il ragionamento da fare è molto simile a quello del post precedente, dove c'è il vandalo che sfonda il vetro).
(Il caso 2, quello dei dazi, sarà esaminato in seguito, ma vi anticipo che è equivalente)
giovedì 25 ottobre 2007
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