Traduco il discorso di Roderick T. Long "anarchismo libertario: risposte a dieci obiezioni". L'originale inglese è disponibile qui.
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Voglio parlare delle obiezioni principali che sono state date all'anarchismo libertario e tentare di rispondere. Ma prima di cominciare ... vorrei esporre brevemente una ragione positiva in favore di una società libertaria.
Premessa: problemi del monopolio forzoso
Guardate la cosa da questo punto di vista: che cosa c'è che non va in un monopolio delle scarpe? Supponete che io e la mia gang siamo gli unici col permesso legale di produrre e vendere scarpe. Cosa c'è che non va? Beh, prima di tutto, dal punto di vista morale, la domanda è: perché proprio noi? Cosa abbiamo di speciale? ... Perché io e la mia gang avremmo il diritto di produrre e vendere qualcosa che nessun altro ha il diritto di produrre e vendere; di fornire un bene o servizio che nessun altro ha il diritto di fornire? Per quanto ne sapete, sono solo un mortale, un altro umano come voi. Quindi da un punto di vista morale non ho diritto di farlo più di chiunque altro.
Poi, naturalmente, da un punto di vista pragmatico e consequenzialista, qual è il risultato probabile del fatto che io e la mia gang abbiamo il monopolio delle scarpe? Prima di tutto, ci sono problemi di incentivo. Se sono l'unica persona che ha il diritto di fare e vendere scarpe, probabilmente non otterrete da me le scarpe a un buon prezzo. Posso farvi pagare quello che voglio, almeno fino a che il prezzo non è tale che non possiate più permettervele, o che decidiate che siete più felici senza scarpe. Ma in ogni caso vi chiederò il prezzo più alto che posso cavare da voi -- perché non avete alcun altro posto dove rivolgervi. Inoltre probabilmente non dovreste aspettarvi che le mie scarpe abbiano una qualità particolarmente alta, perché, dopotutto, fino a che le scarpe sono appena decenti, e fino a che le preferite ad andare a piedi scalzi, dovete comprarle da me.
Oltre al fatto che probabilmente le mie scarpe non saranno molto costose e di gran qualità, il fatto che io sia l'unica persona che può produrre e vendere scarpe mi dà un certo potere su di voi. Supponi che tu mi stia antipatico. Supponi che tu mi abbia offeso in qualche modo. Beh, forse dovrai andare per un po' in giro senza scarpe. Insomma, ci sono anche problemi di abuso di potere.
Ma non è solo un problema di incentivo. [Ci sono anche problemi di informazione.] Infatti, supponiamo che io sia un santo e che faccia per voi le migliori scarpe che riesco a fare, e che vi faccia pagare il prezzo più basso che posso, e che non abusi affatto del mio potere. Supponiamo anche che io sia completamente degno di fiducia. ... c'è ancora un problema, e cioè: come faccio a sapere che sto facendo un buon lavoro con queste scarpe? Dopotutto non ho concorrenti. Forse potrei fare dei sondaggi per cercare di scoprire che tipo di scarpe la gente vuole. Ma ci sono molti modi diversi in cui io potrei fare scarpe. Alcuni modi sono più costosi, altri meno. Come faccio a sapere [quale metodo di produzione è migliore], senza un mercato, e quindi senza l'informazione che mi deriva dal profitto o dalle perdite? Devo tirare a indovinare. Quindi, anche se faccio del mio meglio, la quantità di scarpe che produco e la loro qualità potrebbero non essere le più adatte a soddisfare le preferenze delle persone. Ed io ho difficoltà a scoprirlo.
Il governo è un monopolio forzoso
Quindi queste sono le ragioni per non avere un monopolio forzoso della produzione e della vendita delle scarpe. A prima vista, queste sembrano anche buone ragioni per non dare a nessuno il monopolio dei servizi giudiziari, dei servizi di protezione, e di tutte quelle cose che potremmo chiamare "l'impresa della legge". Prima di tutto c'è la questione morale: perché una gang di persone avrebbe il diritto di essere l'unico in un dato territorio ad offrire certi tipi di servizi legali e far applicare certe cose? E poi ci sono le domande economiche: quali saranno gli incentivi? Anche questo è un monopolio. Sembra probabile che, essendo i clienti costretti a rivolgersi a loro, essi faranno pagare prezzi più alti di quanto farebbero altrimenti, e offriranno una qualità inferiore. Potrebbe esserci anche qualche occasionale abuso di potere. E poi, anche se riesci ad evitare tutti questi problemi, e riesci a far arrivare al governo dei santi, c'è sempre il problema di informazione: come fanno sapere che il modo in cui stanno fornendo i servizi legali (la particolare combinazione di servizi legali che stanno fornendo) sia davvero la migliore? Visto che non c'è concorrenza, non c'è modo per loro di sapere se potrebbero fare di meglio.
Lo scopo di queste considerazioni è spostare l'onere della prova sull'interlocutore. A questo punto, colui che si oppone alla concorrenza nei servizi di protezione e arbitrato deve produrre delle obiezioni.
Dieci obiezioni all'anarchismo libertario
1. il governo non è un monopolio coercitivo
Un'obiezione che viene a volte sollevata non è tanto un'obiezione all'anarchismo quanto un'obiezione all'argomento morale in favore dell'anarchismo. L'obiezione dice: guarda, lo Stato non è veramente un monopolio coercitivo. Non è vero che le persone non hanno dato il loro consenso. Esiste un senso in cui le persone hanno acconsentito al sistema esistente: decidendo di vivere dentro i confini di un certo territorio, accettando i benefici che il governo offre, e così via. Proprio come, se tu entri in un ristorante e ti siedi e dici che vuoi una bistecca, non devi esplicitamente dire che sei disposto a pagare; è una cosa implicita. Con l'atto di sederti al ristorante e chiedere la bistecca, stai acconsentendo a pagarla. Analogamente, secondo questo argomento, se tu ti "siedi" nel territorio di un dato Stato, ed accetti il beneficio della protezione della polizia o qualcosa del genere, allora hai implicitamente acconsentito a rispettare i suoi requisiti. Notate che, anche se questo argomento fosse corretto, non risolverebbe la questione pragmatica se lo Stato sia il miglior sistema dal punto di vista del funzionamento.
Ma credo che questo argomento abbia dei problemi seri. È certamente vero che, se entro nella proprietà di altri, c'è una specie di aspettativa: mi trovo nella loro proprietà, devo fare come dicono. Devo seguire le loro regole. Se non voglio seguire le loro regole, allora me ne devo andare. Ad esempio, io ti invito a casa mia, e, quando tu entri, dico "devi indossare questo strano cappello". E tu dici "perchè?" e io dico "Beh, è così che funziona a casa mia. Tutti devono indossare lo strano cappello. Sono le mie regole.". Ebbene, in questo caso tu non puoi rispondere "Non indosso lo strano cappello ma resto comunque qui". Queste sono le mie regole; possono essere sciocche, ma ho comunque il diritto di far ciò.
Adesso, però, supponi di essere a casa tua. Stai cenando. Io sono il tuo vicino di casa. Vengo e busso alla tua porta. Tu apri la porta, io entro e dico: "Devi indossare lo strano cappello". E tu dici: "E perché mai?". E io dico "Beh, sei venuto a vivere vicino a me, no? Così facendo, hai acconsentito". E tu dici "Aspetta un secondo! Quando ho acconsentito a una cosa del genere?"
Insomma, credo che la persona che sostiene quell'argomento stia già presupponendo che il governo abbia qualche giurisdizione legittima su questo territorio. E poi dicono: ora, chiunque sia nel territorio sta acconsentendo alle regole prevalenti. Ma stanno presupponendo ciò che cercano di dimostrare, cioè che questa giurisdizione sul territorio sia legittima. Se non lo è, allora il governo è solo un gruppo di persone come un altro che risiede in questo vasto territorio geografico. Ma io mi trovo nella mia proprietà, non nella loro (o quantomeno non mi hanno dato alcun argomento che suggerisce che la mia terra sia in realtà loro). Quindi, il fatto che io sto vivendo "in questo paese" significa solo che sto vivendo in una regione geografica sulla quale loro accampano certe pretese. Ma la domanda è se queste pretese siano legittime. Non puoi presupporlo mentre cerchi di provarlo.
Un'altra cosa: uno dei problemi di questi argomenti del "contratto sociale implicito" è che non è chiaro quale sia il contratto. Nel caso in cui ordini cibo al ristorante, tutti sanno abbastanza bene quale è il contratto. Quindi in questo caso è possibile impostare un argomento sul consenso implicito. Ma nessuno suggerirebbe che è possibile comprare una casa nello stesso modo. Ci sono così tante regole. Quando è una cosa complicata, nessuno direbbe "hai dato il consenso quando hai mosso la testa leggermente a un certo punto" o qualcosa del genere. Devi scoprire che cosa c'è davvero nel contratto. A che cosa stai acconsentendo? Se nessuno sa quali sono i dettagli del contratto, non è un argomento persuasivo.
Ok, da questo punto in poi la maggior parte degli argomenti di cui parlerò sono pragmatici, o un misto tra morali e pragmatici.
2. Hobbes: il governo è necessario per la cooperazione
Probabilmente l'argomento più famoso contro l'anarchia è quello di Hobbes. L'argomento di Hobbes è: guarda, la cooperazione umana, la cooperazione sociale, richiede una struttura legale sottostante. La ragione per cui possiamo fidarci gli uni degli altri è che sappiamo che ci sono forze legali che ci puniranno se violiamo i diritti dell'altro. Io so che mi puniranno se violo i tuoi diritti, ma puniranno anche te se violi i miei. Quindi io posso fidarmi di te senza preoccuparmi della tua personalità. Devo solo confidare nel fatto che tu sarai intimidito dalla legge. Quindi, la cooperazione sociale richiede questa infrastruttura legale tenuta in piedi dalla forza fisica dello Stato.
Beh, qui Hobbes presuppone un bel po' di cose allo stesso tempo. Primo, presuppone che non possa esserci alcuna cooperazione sociale senza la legge. Secondo, presuppone che non ci può essere alcuna legge se non c'è dietro una forza fisica che la faccia rispettare. Terzo, presuppone che solo uno Stato monopolista possa far rispettare la legge con la forza.
Ma tutte queste presupposizioni sono false.
Primo, è certamente vero che la cooperazione può emergere, ed emerge, senza la legge. Forse non in modo così efficiente come emergerebbe con la legge, tuttavia emerge. C'è un libro, L'ordine senza la legge, di Robert Ellickson, in cui si illustra come i vicini risolvono le dispute. Offre molti esempi. Ad esempio, cosa succede se la mucca di un contadino entra nel terreno di un altro contadino: risolvono la disputa mediante accordi reciproci e la consuetudine. E non c'è alcuna infrastruttura legale per risolverla. Forse tutto ciò non è abbastanza per un'economia complessa, ma certamente mostra che si può avere qualche tipo di cooperazione senza una struttura legale.
Secondo, si può avere una struttura legale che non sia supportata dalla forza. Un esempio è la legge dei mercanti (Law Merchant) nel medioevo: un sistema di legge commerciale che era tenuto in piedi dalle minacce di boicottaggio. Boicottare non significa usare la forza. E' un atto pacifico. Eppure, avevamo commercianti che stipulavano tutti questi contratti, e, se non rispettavi il contratto, la corte semplicemente diceva a tutti "questa persona non ha rispettato il contratto; tenetelo in considerazione se farete un altro contratto con lui".
Terzo, è del tutto possibile avere un sistema legale formale che sia sostenuto dalla forza ma che non sia monopolistico. Visto che ad Hobbes non viene neppure in mente questa possibilità, non dà neppure alcun argomento contro di esso. Ma possiamo certamente trovare esempi storici. La storia dell'Islanda medioevale, ad esempio, in cui non c'era alcun organo centrale dell'applicazione della legge. Sebbene ci fosse qualcosa che si potrebbe forse definire governo, non aveva alcun ramo esecutivo. Non aveva polizia, non aveva soldati, non aveva niente. Era una specie di sistema di corti di giustizia in concorrenza tra loro. Ma poi, dopo che le corti emettevano la sentenza, non si curavano dell'applicazione. E dei sistemi si sono evoluti automaticamente per svolgere questa funzione.
3. Locke: tre "inconvenienti" dell'anarchia
Degli argomenti più interessanti provengono da Locke. Egli sostiene che l'anarchia ha tre "inconvenienti". ... in ogni modo era più ottimista di Hobbes. Pensava che la cooperazione potesse emergere, sulla base di propensioni morali da una parte e interesse personale dall'altra.
Locke pensava che in una società senza Stato ci fossero tre problemi. Un problema è che in una tale società non ci sarebbe un corpo generale di leggi, generalmente noto a tutti, concordato da tutti, e compreso da tutti. Certo, le persone possono anche afferrare certi principi di base del diritto naturale, ma la loro applicazione e i dettagli precisi sarebbero stati sempre controversi. Anche tra i libertari non c'è un accordo totale sui dettagli. Quindi, anche in una società di libertari pacifici che cooperano tra di loro, ci saranno disaccordi sui dettagli. E quindi, se non c'è un corpo generale di legge che tutti conoscono in anticipo, e su cui tutti possono contare nel prendere le decisioni, allora la cosa non può funzionare. Questo era il primo argomento di Locke: deve esserci un corpo legale universale che si applica a tutti e che tutti conoscano in anticipo.
Secondo, c'è un problema di applicazione della legge. Pensava che senza un governo non hai abbastanza potere unificato per far rispettare la legge. Abbiamo soltanto individui che applicano la legge per conto loro, individui che sono troppo deboli, non abbastanza organizzati, e quindi potrebbero essere sconfitti da una banda criminale o qualcosa del genere.
Terzo, Locke diceva che non ci si può fidare delle persone quando sono giudici di se stessi. Se due persone hanno un disaccordo, e uno dice, "io conosco il diritto naturale e lo applicherò con te", beh, le persone tendono ad essere di parte, e troveranno più plausibile quell'interpretazione del diritto naturale che è più favorevole a se stessi. Non ci si può fidare delle persone quando giudicano se stessi, quindi dovrebbero essere obbligati moralmente a sottoporre le loro dispute a un arbitro. Forse in casi di emergenza possono ancora difendersi da soli, sul posto, ma, per altri casi in cui non sia una questione di autodifesa immediata, devono delegare questo ad un arbitro, una terza parte. Cioè lo Stato.
Locke pensa che questi problemi esistano sotto l'anarchia e che non ci sarebbero con il governo, o almeno con il governo giusto. Ma io credo che sia vero esattamente l'opposto. Credo che l'anarchia possa risolvere tutti e tre questi problemi, e che lo Stato, per sua stessa natura, non possa risolverli.
Esaminiamo prima la questione dell'universalità, cioè avere un corpo di legge universalmente noto che le persone possono conoscere in anticipo e su cui possono contare. [Uniformità e prevedibilità.] Ora, una cosa simile può emergere in un sistema non statale? Si dà il caso che sia emerso proprio questo con la Legge Mercantile, precisamente perché lo Stato non lo forniva. Una delle cose che fecero emergere la legge mercantile è che tutti gli Stati d'Europa avevano leggi diverse per quanto riguarda i commercianti. Erano tutte diverse. Una corte in Francia non riteneva valido un contratto fatto in Inghilterra sotto le leggi inglesi, e viceversa. E quindi, i mercanti avevano difficoltà a fare scambi internazionali poiché non c'era un sistema uniforme di legge commerciale per tutta l'Europa. Quindi i mercanti si sono riuniti e hanno detto "bene, facciamocela da soli. Le corti vengono fuori con queste regole tutte diverse, e non rispettano le decisioni gli uni degli altri, quindi noi ignoriamole, e creiamo il nostro sistema legale". Quindi questo è un caso in cui l'uniformità e la prevedibilità sono state prodotte dal mercato e non dallo Stato. E potete vedere che questo non è sorprendente. Coloro che forniscono un sistema privato hanno interesse a renderlo uniforme e prevedibile, se questo è ciò di cui i clienti hanno bisogno.
Questo per la stessa ragione per cui non trovate sul mercato bancomat di forma triangolare. [Oppure per la stessa ragione per cui le automobili di marche diverse hanno il buco del serbatoio del carburante della stessa forma e dimensione, NdM]. Per quanto ne so, non c'è alcuna legge che dice che non puoi produrre un Bancomat triangolare. Ma se qualcuno provasse a metterlo sul mercato, semplicemente non sarebbe popolare perché non si adatterebbe alle macchine esistenti. Quando la gente ha bisogno della diversità, quando la gente ha bisogno di sistemi diversi per persone diverse, il mercato fornisce proprio questo. Ma ci sono dei casi in cui è meglio l'uniformità. Il tuo Bancomat ha maggior valore per te se tutti gli altri usano lo stesso tipo, o un tipo compatibile, così che puoi usare qualunque distributore ovunque tu vada; quindi i mercanti, se vogliono avere un profitto, forniranno uniformità. Quindi il mercato ha incentivo a fornire uniformità, mentre il governo non ha necessariamente questo incentivo.
Per quanto riguarda la seconda questione, cioè il fatto di avere forza sufficiente per organizzarti e difendere i diritti delle persone... beh, non c'è ragione per cui, in una società senza Stato, non ci si possa organizzare. Anarchia non significa che ognuno fa tutto da sé, che non c'è la divisione dei compiti. Anarchia non significa che ognuno si fa le scarpe da sé. L'alternativa al governo che fornisce le scarpe non è che tutti si fanno le scarpe da sé. [Oggi le scarpe non sono fornite dallo stato, ma da privati; sebbene le scarpe siano un bene di prima necessità. Sembrerebbe sciocco chi dicesse che lo Stato deve produrre le scarpe, perché altrimenti saremmo condannati a farci le scarpe da soli. NdM.] Analogamente, l'alternativa al governo che fornisce i servizi legali non è che tutti si fanno giustizia da sé, o che tutti devono essere poliziotti di se stessi. Non c'è ragione per cui la gente non si possa organizzare in vari modi. [Per saperne di più sul funzionamento delle agenzie di protezione in una società senza Stato, vi rimando al libro "L'ingranaggio della libertà" di David Friedman. NdM]
Anzi, se ti preoccupa l'idea di non avere forza sufficiente per resistere a un aggressore, allora un governo monopolista è un aggressore molto più pericoloso di una qualunque gang di banditi, perché ha concentrato tutto questo potere in un unico punto della società.
Veniamo al terzo punto, più interessante: l'argomento sull'essere giudici di se stessi. Credo che questo argomento si rivolti contro Locke. Prima di tutto non è un buon argomento in favore dell'esistenza di un monopolio. Infatti, dalla frase "tutti dovrebbero sottoporre le loro dispute a una terza parte", è fallace dedurre che "dovrebbe esserci un'unica terza parte a cui tutti sottopongono le loro dispute". È come se da "tutti amano almeno un programma tv" noi deducessimo "esiste un programma tv che è amato da tutti". Semplicemente non segue. Puoi avere che tutti sottopongono le loro dispute a una terza parte senza che ci sia una terza parte a cui tutti sottomettono le loro dispute. Supponi che ci siano tre persone su un'isola. A e B possono sottoporre le loro dispute a C, A e C possono sottoporre le loro dispute a B, e B e C possono sottoporre le loro dispute ad A. Quindi non c'è bisogno di un monopolio per realizzare il principio che le persone dovrebbero sottoporre la loro dispute a una terza parte.
Ma soprattutto: non solo il governo non è necessario, ma il governo è esattamente ciò che non può soddisfare questo principio. Perché se tu hai una disputa con il governo, il governo non sottopone questa disputa a una terza parte. Se hai una disputa con il governo, sarà risolta in una corte del governo (se sei fortunato. Se sei sfortunato e vivi sotto uno di quei governi più brutali, non arriverai neanche a una corte). Ora, naturalmente, è meglio se nel governo c'è una divisione dei poteri, in modo che ci siano più controlli e bilanciamenti, e così via. È un po' meglio, perché è più simile alla situazione in cui ci sono terze parti. Ma comunque sono tutte parti dello stesso sistema: i giudici vengono pagati con i soldi delle tasse e così via. Insomma, non è che non si possono avere approssimazioni migliori e peggiori di questo principio con vari tipi di governo. Però, finché è un sistema di monopolio, esso, per sua stessa natura, è in un certo senso privo di legge. In ultima istanza non sottopone mai le sue dispute a una terza parte.
(continua qui)
sabato 13 settembre 2008
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