martedì 27 novembre 2007

Harris: l'ateismo non è una visione del mondo


E' frequente che un ateo venga accusato di "fondamentalismo" o "dogmatismo", specie da persone che chiamano se stesse "liberali". Il "fondamentalismo" sarebbe nel credere che la propria visione del mondo sia l'unica corretta, e il "dogmatismo" sarebbe nel credere che la ragione basata sull'evidenza sia l'unica strada per giungere alla verità.

Traduco a tal proposito parte del dibattito tra Sam Harris e Oliver McTernan. Clicca qui per l'audio del dibattito, in inglese, e qui per un post correlato, sempre di Sam Harris.

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Come prima domanda, McTernan assimila la posizione di Harris a quella dei fondamentalisti religiosi, accusandolo garbatamente di "fondamentalismo laico". Harris risponde:

Questa idea che possa esistere un fondamentalismo laico, o che la ragione possa essere dogmatica... questa è, io credo, una mistificazione, un artificio linguistico, da cui non dobbiamo farci ingannare. Non so dirvi quante volte ho sentito dire che l'ateismo è una fede, o che la scienza è una religione. Questi sono solo stratagemmi furbi per rovesciare la questione contro la persona che sta domandando l'evidenza, le prove, che sta chiedendo buone ragioni per credere una certa cosa.

Voglio farvi notare che questa argomentazione non soddisferebbe nessuno, se l'argomento fosse l'esistenza di zeus, per esempio. Non sei fondamentalista se rifiuti Zeus in modo deciso. Tutto quello che viene detto su Zeus è chiaramente il prodotto dell'immaginazione umana -- e attenzione, ricevo per davvero missive di insulti da persone che credono in Zeus e in Poseidone. [il pubblico ride]

Insomma, con poche eccezioni, tutti noi abbiamo compreso che la metamorfosi di Ovidio, e l'Iliade, non sono veri. Le consideriamo letteratura, e vengono insegnate come letteratura. Nei miei due libri, ma specialmente ne La Fine Della Fede, chiedo al lettore di immaginare quanto sarebbe strano il mondo se la nostra politica pubblica fosse influenzata da persone che pensano che la metamorfosi di Ovidio sia stata dettata dal creatore dell'universo, e che noi, prima di decidere cosa la ricerca medica debba fare, dobbiamo chiederci se è compatibile con qualcosa che è stato scritto da Ovidio. Immaginate di vivere in un mondo in cui la comunità umana si fosse divisa in fazioni separate, basate su interpretazioni rivali dell'iliade e dell'odissea, o dei drammi di Shakespeare. Immaginate che le fazioni abbiano giurato fedeltà morale a certi prodotti di letteratura antichissima, generazione dopo generazione, tracciando uno spartiacque netto tra le comunità umane. Credo che questo sarebbe un mondo così strano che sarebbe davvero impossibile da immaginare, e che non permetteremmo mai che succeda una cosa simile... tranne il fatto che viviamo esattamente in un mondo di questo genere, grazie alla religione, che vede la Bibbia e il Corano esattamente nello stesso modo in cui noialtri vediamo Iliade e Odissea.

A questo punto McTernan obietta:

Sam, quando osservi il mondo oggi noti che ci sono visioni del mondo concorrenti. A volte si sovrappongono, a volte tangenziali. Quando uso la parola "fondamentalismo laico", direi che è simile al fondamentalismo religioso, che dice che c'è una sola visione del mondo, che esclude qualunque possibilità che un'altra visione sia corretta. E quindi temo che, se cominci da qui, non lasci spazio per uno scambio onesto. Perché hai escluso l'integrità intellettuale, spirituale, la credenza, di qualcun altro.

Ribatte Harris:

Ma quella che io sto esponendo non è una visione del mondo. Sto semplicemente esprimendo riluttanza ad accettare che le persone fingano di essere sicure di cose di cui chiaramente non possono essere sicure. Non sto sostenendo una ideologia, un sistema di credenze, che deve essere accettato. Sto dicendo soltanto che dovremmo usare lo stesso criterio che usiamo in tutte le altre aree della nostra vita anche per giudicare la ragionevolezza di affermazioni come quelle su Dio, l'aldilà, e la natura divina di certi libri. Ad esempio, se uno viene qui e dice di essere sicuro che Elvis sia ancora vivo, ed ha un santino di Elvis in camera da letto, ed investe un'enorme quantità di energia nel culto di Elvis, sappiamo tutti che la sua convinzione è fondamentalmente incompatibile con lo stato dell'evidenza. Quindi quella che io sto descrivendo non è una visione del mondo. Dico solo che, se ci sono convinzioni forti ed evidenza debole, qualcosa non va. [il pubblico ride]. Però, se l'argomento si sposta su Dio, dev'essere per forza il dio biblico, o il dio del corano; non può essere il cancello spaziale del paradiso col messia che torna dentro un'astronave.

[...]

Io sono molto interessato alle esperienze spirituali. Se un cristiano entra in una caverna e prega Gesù per 18 ore al giorno, e torna dopo un anno dicendo che la sua mente è stata trasformata, io sono molto interessato a sapere di più di questa trasformazione, e non dubito che queste trasformazioni siano possibili. Anzi saresti sciocco a dubitarne. E' ovvio che accadono. C'è una vera fenomenologia in cui le persone, focalizzando l'attenzione su concetti nuovi, possono trasformare radicalmente la propria esperienza del mondo. Io credo, ad esempio, che uno probabilmente potrebbe diventare molto simile a Gesù, e amare il suo prossimo come se stesso, eccetera. [...] Ma la domanda è: cosa è ragionevole credere sulla base di quell'esperienza? Se io passo un anno nella caverna pensando a Gesù, ed ho persino delle visioni di Gesù, e sento la mia vita trasformata, cosa sarebbe ragionevole concludere da tutto ciò? Anche gli induisti hanno esperienze spirituali in caverne, quando pregano Krishna, e hanno la stessa devozione e trasporto, ed altri fenomeni esoterici entrano nella loro mente. Quindi abbiamo quantomeno dei nuovi dati. Il fatto che anche gli induisti facciano la stessa cosa senza pensare minimamente a Gesù dimostra che la divinità di Gesù e la rivelazione unica della Bibbia non sono la migliore interpretazione dei dati. E' un fatto oggettivo che il sistema nervoso umano (e non sto pretendendo di conoscere la relazione tra coscienza e cervello: chi sa qual è questa relazione)... ma noi, considerati come sistema, non importa come siamo relazionati con l'universo, siamo soggetti ad esperienze di questo genere. Quindi quello che respingo, e credo di poter respingere categoricamente, è l'affermazione che uno qualunque di questi libri sacri meriti l'attenzione che oggi riceve; e l'affermazione che sia legittimo organizzare un'intera tradizione attorno a questi prodotti accidentali dell'età del ferro. [il pubblico ride]
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