venerdì 9 novembre 2007
L'esperimento del cervello diviso. Siamo davvero noi a decidere?
Vorrei cominciare una serie dedicata ai misteri della mente raccontandovi un esperimento che ha dell'incredibile.
E' comune che persone con gravi crisi epilettiche si sottopongano a un intervento che consiste nel dividere il cervello in due, in verticale, separando completamente il lobo destro da quello sinistro. Questo rende le crisi epilettiche meno gravi. Dopo questo intervento, le due metà del cervello non comunicano più in nessun modo. Sono a tutti gli effetti due cervelli separati. I due cervelli riescono ancora a pensare ed agire in modo autonomo, seppure con dei limiti che vedremo.
Prima di proseguire devo dare alcune nozioni di base. Nel nostro corpo, l'occhio sinistro è collegato solo con l'emisfero destro del cervello, e l'occhio destro è collegato solo con l'emisfero sinistro. Quindi, una volta che il cervello è stato diviso in due, l'emisfero destro non ha alcun modo di sapere cosa l'occhio destro ha visto. Analogamente, l'emisfero sinistro non ha modo di sapere cosa l'occhio sinistro ha visto.
Per le braccia e le gambe c'è la stessa situazione. L'emisfero destro è connesso solo al braccio sinistro e alla gamba sinistra. L'emisfero sinistro è connesso solo al braccio destro e alla gamba destra. Quindi, dopo la lobotomia, l'emisfero destro non può controllare i movimenti del braccio destro, e l'emisfero sinistro non può controllare i movimenti del braccio sinistro.
Per le orecchie, idem. L'emisfero destro non sa quello che l'orecchio destro ha udito, e viceversa.
La bocca invece è sotto il controllo totale dell'emisfero sinistro. Il destro quindi non può parlare. (Però può comunicare a gesti, con il braccio che può controllare.)
Insomma, una volta che il cervello è stato diviso in due, il paziente ha a tutti gli effetti due cervelli, ognuno dei quali ha un occhio per vedere, un orecchio per ascoltare, e una mano per comunicare per iscritto. Solo il sinistro può parlare, ma il destro può comunicare scrivendo o indicando.
C'è anche una piccola complicazione. Tipicamente il lobo destro non è capace di comprendere il linguaggio. Quindi non è in grado di comprendere i suoni che entrano dall'orecchio sinistro, o di leggere la scrittura che legge con l'occhio sinistro. Quindi in genere non è davvero possibile comunicare con l'emisfero destro. Ma a volte, molto raramente, il destro conserva la capacità di comprendere il linguaggio. In questo caso abbiamo a tutti gli effetti due cervelli, ognuno dei quali può indipendentemente ascoltare, pensare e rispondere. A questo punto non è più il caso di parlare di un paziente. E' più corretto dire che ci sono due persone nello stesso cranio. Fine del preambolo.
E' importante capire una cosa. Quando chiacchieri (a voce) con un paziente col cervello diviso, con chi stai davvero parlando? Stai parlando con l'emisfero sinistro. Cioè, in un certo senso stai parlando con entrambi: anche l'emisfero destro ti ha ascoltato e compreso. Ma la risposta che è uscita dalla bocca è stata decisa dall'emisfero sinistro. In teoria l'emisfero destro potrebbe pensarla in modo del tutto diverso, ma tu non lo sapresti!
A questo punto, uno scienziato pensò di chiedere al paziente (cioè all'emisfero sinistro) le ragioni di un'azione che era stata decisa dall'altro emisfero. Il risultato è sorprendente.
Descriviamo meglio l'esperimento. All'emisfero destro e sinistro furono mostrati due disegni differenti. L'emisfero destro vide un paesaggio montano innevato, con una capanna coperta di neve e un pupazzo di neve. L'emisfero sinistro vide una zampa di gallina. Nessuno vedeva la carta dell'altro. (Vedi figura in alto)
Poi a entrambi gli emisferi fu chiesto di scegliere, tra 4 carte, quella più attinente a ciò che avevano visto. L'emisfero sinistro aveva visto la zampa di gallina, per cui (con la mano che poteva controllare) indicò una gallina. L'emisfero destro aveva visto la neve, per cui (con la mano che poteva controllare) indicò una pala per spalare la neve. Fin qui tutto normale, più o meno.
Poi fu chiesto al paziente perché avesse scelto la pala con la mano sinistra. Il paziente (cioè l'emisfero sinistro) rispose:
"La pala serve per pulire il pollaio."
che è una risposta sorprendente, se ci pensate. La cosa più ovvia sarebbe stata rispondere "non so perché ho scelto la pala. Come potrei saperlo? E' stato quell'altro a scegliere.". Invece il paziente (cioè l'emisfero sinistro) aveva inventato una giustificazione. Non solo: egli era sinceramente convinto di essere stato lui a scegliere la pala. Mentre era stato "l'altro".
Questi esperimenti furono ripetuti più e più volte, in pazienti diversi e in forme diverse. Il risultato non cambiò. Una volta, all'emisfero destro fu chiesto per iscritto, all'insaputa del sinistro, di ridere. L'emisfero destro rise. Poi fu chiesto al paziente perché avesse riso. Il paziente (cioè l'emisfero sinistro) rispose "perché voi dottori siete proprio dei tipi divertenti". Un'altra volta fu chiesto all'emisfero destro, all'insaputa del sinistro, di fare il gesto di grattarsi. L'emisfero destro eseguì l'ordine, col braccio che poteva controllare. Poi fu chiesto al paziente perché si fosse grattato. La risposta del paziente (emisfero sinistro) fu "perché avevo prurito".
Insomma, ogni volta i pazienti (cioè gli emisferi sinistri dei pazienti) inventavano giustificazioni per decisioni che non potevano aver preso, poiché erano state prese dall'emisfero destro. Il paziente (l'emisfero sinistro) era sinceramente convinto di essere stato lui a prendere la decisione. Ma non era stato lui. Era stato "l'altro".
Cosa ci dice tutto questo sul libero arbitrio?
PS: Per chi fosse interessato all'argomento, consiglio due libri: "la mente inventata" (the mind's past) di Michael Gazzaniga, e "the user illusion" di Tor Noerretranders. Oltre, ovviamente, all'irrinunciabile "Come funziona la mente" di Steven Pinker.
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