Traduco pezzi di questo articolo dell'economista e filosofo libertario Murray Rothbard.
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La differenza tra il capitalismo di libero mercato e il capitalismo di Stato è la stessa differenza che c'è tra uno scambio pacifico e volontario e l'espropriazione violenta. Un esempio di libero scambio è il mio acquisto di un giornale in un'edicola al prezzo di un euro: si tratta di uno scambio pacifico e volontario che dà beneficio a entrambe le parti. Io compero il giornale perché per me il giornale vale di più della moneta che do in cambio; e il giornalaio mi vende il giornale perché per lui quella moneta vale di più del giornale. Entrambe le parti dello scambio ottengono un beneficio. E ciò che in realtà stiamo facendo è scambiarci dei titoli di proprietà: io cedo la proprietà della moneta in cambio del giornale, e il giornalaio cede il titolo opposto. Questo semplice scambio è un esempio di atto unitario di libero mercato: è il modo stesso in cui funziona il mercato.
In contrasto con questo atto pacifico, c'è il metodo dell'espropriazione violenta. L'espropriazione violenta avviene quando io vado al giornalaio e mi impossesso dei suoi giornali o dei suoi soldi minacciandolo con una pistola. In questo caso, naturalmente, non c'è un beneficio mutuo: io guadagno alle spese della mia vittima. Eppure la differenza tra queste due transazioni (tra lo scambio mutuo e volontario e la resa di fronte alla pistola) è esattamente la differenza tra il capitalismo di libero mercato e il capitalismo di Stato. In entrambi i casi noi otteniamo qualcosa (che siano soldi o giornali) ma la otteniamo in due modi completamente diversi, con attributi morali e conseguenze sociali completamente diversi.
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Il libero mercato è in realtà una vasta rete di questi piccoli scambi unitari e volontari, come scambiare un soldo per un giornale. In ciascuno di questi passi ci sono due persone, o due gruppi di persone, che si scambiano due beni; in genere vengono scambiati oggetti con soldi. In ognuno di questi passi, ciascuna delle due parti ottiene un beneficio, altrimenti non accetterebbero lo scambio. Se si accorgono di aver fatto un errore nel pensare che lo scambio li avrebbe beneficiati, si fermano molto presto, e decidono di non ripetere lo scambio.
[Ovviamente non è necessario che gli oggetti scambiati siano oggetti fisici. Una persona può scambiare il proprio lavoro in cambio di soldi. L'altra parte accetterà lo scambio nel caso che quel servizio abbia per lui un valore maggiore dei soldi richiesti. NdM]
Un altro esempio di libero mercato è l'abitudine dei bambini di scambiarsi le figurine dei giocatori di baseball. ... i prezzi delle varie figurine, e gli scambi che avvenivano, erano basati sull'importanza relativa che i bambini attribuivano a ciascun giocatore. ... Un noto cliché dice che la sinistra sarebbe a favore di ogni azione volontaria da parte di "due adulti consenzienti". Eppure è curioso che, sebbene le persone di sinistra siano a favore di ogni rapporto sessuale tra due adulti consenzienti, tuttavia quando questi adulti consenzienti desiderano intraprendere uno scambio o un rapporto commerciale, la sinistra si intrometta per ostacolare, limitare, amputare, o proibire del tutto quello scambio. Eppure sia l'attività sessuale consensuale sia lo scambio volontario sono espressioni simili della libertà in azione. Un libertario coerente dovrebbe essere a favore di entrambe le attività. Ma il governo, specialmente il governo di sinistra, si intromette abitualmente per regolare e limitare questo scambio. [Basti pensare alle leggi sul salario minimo, che impediscono ai meno capaci di lavorare; o ai contratti di lavoro fissati dal governo; o al fatto che esista una cosa chiamata "lavoro dipendente"; o al fatto che è vietato vendere droga o armi, NdM.]
E' come se io decidessi di scambiare due figurine di Del Piero per una di Totti, e il governo, o qualcun altro, si intromettesse dicendo: "No, non lo puoi fare; è male; è contro l'interesse della società. Quindi rendiamo illegale lo scambio in questione. Qualunque scambio tra queste due figurine deve essere di una contro una, o di tre contro due." -- o qualunque altro termine il governo, nella sua onniscienza e saggezza, decida arbitrariamente di imporre. Con che diritto fanno questo? Secondo i libertari, senza alcun diritto.
In generale, l'intervento dello Stato si può classificare in due modi: o lo Stato proibisce totalmente o parzialmente uno scambio tra due persone (tra due adulti consenzienti, scambio che dà beneficio a entrambi), oppure costringe una persona a fare uno "scambio" con lo Stato, in cui la persona consegna qualcosa allo Stato sotto la minaccia di coercizione. Il primo caso comprende la proibizione totale di uno scambio, la regolazione dei termini dello scambio (il prezzo), o un divieto rivolto a persone specifiche di partecipare a uno scambio. Come esempio basti pensare che, nella maggior parte degli Stati, per essere fotografo, bisogna avere la licenza (cioè bisogna aver dimostrato di avere una "buona moralità" e pagare una certa quantità di soldi all'apparato dello Stato). Questo per guadagnare il diritto di scattare una foto a qualcuno! Il secondo tipo di intervento è lo "scambio" forzoso tra noi e lo Stato, uno "scambio" che dà beneficio solo allo Stato e non a noi. Naturalmente, le tasse sono un esempio ovvio ed evidente di ciò. A differenza dello scambio volontario, la tassazione consiste nell'impadronirsi forzatamente della proprietà di qualcuno senza il suo consenso.
È vero che molte persone sembrano credere che la tassazione non sia imposta senza il nostro consenso. Come disse una volta il grande economista Joseph Schumpeter, essi considerano le tasse come l'analogo della quota di iscrizione a un club, dove ogni membro paga volontariamente la sua parte delle spese del club. Se lo pensate anche voi, provate a non pagare le tasse e state a vedere cosa succede. Nessun "club" che io conosca ha il potere di venire in casa vostra e requisire i vostri averi, o mettervi in galera se non pagate il dovuto. A mio parere, quindi, le tasse sono sfruttamento -- sono un gioco a "somma zero". Se mai esiste al mondo un gioco a somma zero, è la tassazione. Lo Stato sottrae i soldi ad un gruppo di persone, li dà a un altro gruppo di persone, e nel frattempo naturalmente ne trattiene una gran parte per le sue "spese di gestione". La tassazione, quindi, è un furto puro e semplice.
Anzi, per la verità, sfido chiunque di voi a produrre una definizione di tassazione che non si applichi anche al furto. Come notò una volta il grande scrittore libertario H. L. Mencken, tra le persone comuni, anche non libertari, derubare lo Stato non è mai considerato moralmente equivalente a derubare un'altra persona. Derubare un'altra persona viene generalmente considerato deplorevole; ma se è lo Stato che viene derubato, tutto ciò che succede è che "alcuni ladri e saccheggiatori hanno meno soldi di prima".
Il grande sociologo tedesco Franz Oppenheimer, che scrisse un meraviglioso libello chiamato "Lo Stato", ha esposto brillantemente il caso. Essenzialmente, disse, ci sono solo due modi per una persona di acquisire ricchezza. Il primo è produrre un bene o un servizio e scambiarlo volontariamente con il prodotto di qualcun altro. Questo è il metodo dello scambio, il metodo del mercato libero; è un metodo creativo ed aumenta la produzione; non è un gioco a somma zero, perché la produzione si espande, ed entrambe le parti coinvolte ne traggono beneficio. Oppenheimer chiama questo metodo "il metodo economico" per l'acquisizione di ricchezza. Il secondo metodo è impadronirsi della proprietà di un'altra persona senza il suo consenso, cioè mediante la ruberia, lo sfruttamento, il saccheggio. Quando ti impadronisci della proprietà di qualcuno senza il suo consenso, allora stai ottenendo un beneficio a sue spese, alle spese del produttore; questo è quindi un gioco a somma zero -- e non è un gioco molto divertente per la vittima. Invece di espandere la produzione, questo metodo naturalmente la riduce. Così, oltre ad essere immorale, il metodo della ruberia diminuisce la produzione perché è parassitico sugli sforzi del produttore. Con grande astuzia, Oppenheimer chiama questo secondo metodo "il metodo politico".
giovedì 24 gennaio 2008
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