domenica 27 gennaio 2008

Legalizzare la droga


Proseguo la traduzione del capitolo di "Hidden order", di David Friedman, dedicato all'economia del crimine. In questo episodio, Friedman applica l'analisi economica alla questione della legalizzazione delle droghe. L'episodio precedente è qui.

La parola all'economista, giurista e fisico David Friedman.

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C'è la convinzione diffusa che le droghe illegali siano responsabili della maggior parte della violenza nelle città degli Stati Uniti. Questo solleva una questione interessante: un'applicazione più rigida delle leggi contro la droga aumenta o diminuisce tale violenza?

Un aumento dell'applicazione della legge fa aumentare il prezzo della droga. Se i tossicodipendenti commettono crimini per pagarsi la droga, e se la domanda per la droga è "inelastica", come suggerisce il ritratto usuale del tossicodipendente, il risultato dovrebbe essere un aumento delle loro spese in droga, finanziato da un aumento del crimine legato alla droga. [Nota: la domanda si dice "inelastica" se non diminuisce all'aumentare del prezzo, o se diminuisce in modo meno che proporzionale, NdM.] L'alto prezzo attuale della droga illegale è dovuto quasi interamente al fatto che è illegale. Un eroinomane che mantenesse costanti le sue spese in eroina, mentre il prezzo diminuisce 20 o 30 volte, non durerebbe a lungo.

Una seconda spiegazione per la violenza è che sia una forma di "ricerca di rendita" [rent seeking]. Secondo questa spiegazione, le società criminali hanno monopoli locali che devono difendere dalla concorrenza di società rivali. Maggiore è il profitto da monopolio, più esse spenderanno cercando di difendere il territorio o conquistarlo. Un aumento nell'applicazione della legge aumenta il costo di fare affari, diminuendo il profitto da monopolio; quindi un aumento dell'applicazione diminuirebbe la violenza.

Una terza possibilità è che la violenza sia semplicemente una conseguenza della mancata tutela di certi diritti di proprietà. I venditori di droga possiedono molta ricchezza trasportabile nella forma di denaro e droga, e non hanno la possibilità di chiamare la polizia se qualcuno glieli ruba. Il risultato è violenza da parte di spacciatori di droga che difendono la propria proprietà, e da parte di altre persone che cercano di rubarla. Questo calza con il racconto che si trova in "The cocaine kids", scritto da un sociologo con contatti nel mercato della droga. Un meccanismo simile compare nelle descrizioni dell'era del proibizionismo, in cui i contrabbandieri facevano esplodere camion pieni di alcolici che appartenevano ai loro concorrenti.


Questo tipo di violenza dovrebbe essere all'incirca proporzionale alla quantità di ricchezza che si può rubare o difendere, la quale dipende a sua volta dal valore totale della droga venduta. Se la domanda è inelastica, un aumento del prezzo, dovuto a un aumento dell'applicazione della legge, produrrà una diminuzione meno che proporzionale della quantità domandata; quindi il profitto totale aumenterà, risultando in un aumento della violenza. Se invece la domanda è elastica, un aumento dell'applicazione della legge dovrebbe produrre meno profitto e meno violenza.

Abbiamo quindi tre diverse spiegazioni per la violenza legata alla droga. Una implica che un aumento [marginale] nell'applicazione della legge diminuirà la violenza; due implicano che aumenterà la violenza se la domanda è inelastica, e la diminuirà se la domanda è elastica. Tutte e tre implicano che legalizzare la droga eliminerebbe il crimine legato alla droga.

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Chiudo con una citazione di Milton Friedman (padre di David):
Sono sempre stato a favore della legalizzazione di tutte le droghe. Con l'enorme diminuzione dei prezzi delle droghe che ne risulterebbe, i tossicodipendenti potrebbero avere una vita perfettamente normale.
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