Traduco un articolo del filosofo Daniel Dennett.
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L'occidente ha fatto un grave errore quando non ha condannato in modo unanime la fatwa verso Salman Rushdie. (Non dimenticherò mai l'indegno silenzio di alcuni scrittori che declinarono l'invito ad unirsi in una critica decisa ma non ostile.) L'occidente ha sbagliato di nuovo a non ristampare ovunque le vignette danesi. Quello che molti non capirono è che le sommosse inscenate in risposta alle vignette erano un attacco politico ai musulmani moderati, non ai non-musulmani. La "tolleranza" invocata da molte voci fuori dal mondo musulmano ha fatto il gioco degli islamici radicali.
Ora abbiamo una terza possibilità di venire in aiuto ai musulmani moderati in tutto il mondo ma, finora, non ho sentito molto rumore. Qualche giorno fa ho mandato la seguente lettera al Boston Globe, che non ha ancora manifestato l'intenzione di pubblicarla:
La condanna e la prossima esecuzione per blasfemia di uno studente afgano, Sayed Parwiz Kambakhsh, sono circostanze terribili, ma offrono un'opportunità che noi tutti dovremmo raccogliere. E' giunto il momento che i musulmani si assumano una responsabilità e dimostrino che l'islam è una grande fede che non ha bisogno della violenza o dell'intimidazione per non perdere i suoi fedeli. E noi che siamo all'esterno dell'islam dobbiamo proclamare con la massima chiarezza che non possiamo rispettare né onorare una religione che considera la blasfemia un reato capitale, non importa quanto sia antica la tradizione da cui deriva questa decisione. Dobbiamo far sì che i musulmani che sostengono (o si astengono dal condannare) la condanna e la sentenza di Kambakhsh capiscano di essere responsabili del disonore della loro amata eredita' culturale; e se noi non musulmani non diciamo tutto ciò con chiarezza, abbiamo una parte della colpa. Una persona non lascia che i propri amici commettano, o ignorino, un male che viene perpetrato. Il modo migliore di mostrare la nostra buona volontà verso l'Islam è aiutarlo a liberarsi di un aspetto indifendibile della sua eredita' culturale. Ogni religione ha molte colpe da espiare, ma questo non è un motivo per restare in silenzio e chiudere gli occhi di fronte a colpe più recenti.
Non e' ancora il caso di perdere le staffe. Ricordiamo solamente ai musulmani di ogni parte del mondo ciò che devono certamente sapere: la blasfemia non può essere un reato capitale in alcuna società degna di rispetto. Ora sta ai musulmani impedire ad alcuni dei loro membri di infamare la loro stessa cultura.